In aula la proposta di abolizione dei vitalizi dei parlamentari

Approda nell’aula della Camera il disegno di legge firmato dal deputato del Pd Matteo Richetti per abolire i “vitalizi” dei parlamentari. “Questa proposta fa sul serio, mentre altre, come quella di Di Maio e Fraccaro, proprio no. E per questo, forse anche nel mio partito, c’è chi storce il naso” ha dichiarato il “padre” del testo al Giornale Radio Rai. E in effetti questa mattina è in programma la riunione del gruppo, in cui è probabile che emergano malumori. Ma chi si assumerà la responsabilità di andare contro una proposta che gli italiani aspettano da anni mentre i governi hanno falcidiato le pensioni dei comuni cittadini? “Ci saranno ricorsi, lo so – ha detto ancora Richetti – Ma se c’è un’ingiustizia, come quella di regalare 2500 euro a qualcuno che ha messo piede in Parlamento solo un giorno, il legislatore deve porvi rimedio”. Il Pd punta a chiudere la partita alla Camera già questa sera o al massimo domani, per poi passare il ddl al Senato. Il leader dei Cinquestelle Beppe Grillo ha annunciato la sua presenza in aula durante il dibattito: la posizione del Movimento è da sempre per l’abolizione di quello che può essere considerato un vero e proprio privilegio.

Il ruolo della Corte Costituzionale

Ma non sarà un percorso semplice. C’è chi, come Gianfranco Rotondi, segretario di Rivoluzione cristiana, fa osservare che esiste il rischio che la Corte Costituzionale annulli tutto: “Il rischio c’è ma io sulla Costituzione – sottolinea il deputato Pd – leggo che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. E dunque tutti devono avere lo stesso trattamento, compresi i parlamentari. Se la Corte dirà che questa legge è incostituzionale se ne prenderà la responsabilità. Ma una resa preventiva non è possibile, altrimenti l’Italia non cambia mai”.

Il sostegno dei grillini

Richetti non considera una sorpresa l’appoggio del M5S al testo: “Più che altro ne sono contento, al di là di alcune mistificazioni, perché ho letto delle dichiarazioni fuori dalla realtà”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alla nota dei deputati Movimento della commissione Affari costituzionali:  “Senza la pressione del Movimento 5 Stelle il ddl Richetti non sarebbe mai arrivato all’esame dell’aula. Infatti si scrive Richetti ma si legge Lombardi. Siamo noi che abbiamo rinunciato allo spazio riservato alla quota dell’opposizione, ritirando la pdl Lombardi sul taglio alle indennità parlamentari, per far arrivare al più presto in aula il testo dem sui vitalizi“. “Intanto – la replica del piddino – la proposta Lombardi non toccava minimamente la riduzione per i vecchi vitalizi. E poi se uno vuole proporre una legge se la fa scrivere dal partito avversario? Mi fa molto piacere che si uniscano i grillini, ma loro hanno firmato questa legge solo poche settimane fa. Questa legge è depositata dal 2015. Se avessero voluto fare sul serio, perché in questi due anni non si sono uniti alla battaglia lasciando che sulla proposta ci fossero solo 80 firme, tutte del Pd?”. E se il rischio fosse quello di dare l’impressione di “inseguire” i 5 Stelle? “Ma no, anzi. In questi giorni sto notando una santa alleanza, piuttosto curiosa. Chi non vuole rinunciare ai privilegi si sta alleando proprio con i populisti, ovvero i grillini, che non vedono l’ora di veder fallire questa legge per poi accusarci, in campagna elettorale, di non aver cambiato nulla. Ma io a questo gioco non ci sto. Il Pd combatte una battaglia che ritiene giusta. Se altri vogliono unirsi sono i benvenuti”.

L’incognita Forza Italia

Da vedere quale sarà l’atteggiamento di Forza Italia che potrebbe decidere di lasciare libertà di coscienza ai propri parlamentari. L’obiettivo del Pd è approvare il ddl, che interessa circa 2500 tra parlamentari, consiglieri regionali e provinciali, prima della pausa estiva: il Parlamento dovrebbe chiudere intorno al 3-4 agosto.