Russiagate, Sessions discusse con Kislyak delle presidenziali

Un effetto domino quello del Russiagate che, ogni giorno, continua a far cadere nuovi tasselli nello scenario di Washington. Dopo la bagarre di ieri, con le dimissioni del portavoce Sean Spicer (il quale si è peraltro detto “sollevato”, rispondendo alle domande di “Abc”), ecco il quotidiano “Washington Post” rivela l’esistenza di presunti contatti fra l’ambasciatore Kislyak e il senatore Jeff Sessions, il primo a sostenere Trump nel corso della sua campagna elettorale. E, proprio l’ambasciatore di Mosca nella capitale statunitense, avrebbe riferito ai suoi superiori di aver discusso con il procuratore generale proprio della corsa alla Casa Bianca del Tycoon. Le conversazioni, nell’ambito di una consueta operazione di monitoraggio nei confronti di rappresentanti russi, sarebbero state intercettate dall’Intelligence americana.

La critica di Trump

In un contesto già di per sé complesso, con l’atteso interrogatorio del genero di Trump, Jared Kushner, alla Commissione intelligence del Senato (che si svolgerà in privato) previsto per lunedì, la figura del ministro della Giustizia si ritrova al centro della bufera del Russiagate, dopo essere già stato aspramente criticato dal presidente per la sua decisione di astenersi dalle indagini (fattore che avrebbe determinato la nomina di Mueller a capo dell’inchiesta). Nelle intercettazioni, si udirebbe parlare delle conversazioni “sostanziali” fra Sessions e Kislyak su vari argomenti, tra i quali le posizioni di Trump in merito a un possibile rapporto bilaterale con la Russia, come riportato ancora dal “Wp”.

Sessions: “Continuerò a lavorare”

Nel marzo scorso, lo stesso Sessions affermò di non aver mai discusso con l’ambasciatore russo della campagna elettorale del Tycoon in quanto “era nella sua capacità di senatore, non un surrogato di Trump”. Esiste quindi una certa divergenza fra la versione di Kislyak e quella di Sessions il quale, comunque, ha affermato che “continuerà a fare il suo lavoro finché sarà possibile”, evitando di rispondere direttamente a quanto riportato nel quotidiano della capitale. Intanto, in merito all’avvocato russo Natalia Veselnitskaya, con la quale il figlio di Trump, Donald Jr, avrebbe intrattenuto dei rapporti volti a danneggiare la figura di Hillary Clinton, emergono nuovi dettagli: tra i suoi clienti, infatti, vi sarebbero stati, fino al 2013, addirittura dei funzionari di un’unità dell’Fsb (l’ex Kgb), la 550022.