Filippine, incubo Isis: bambini rapiti e costretti ad arruolarsi come jihadisti

Tra i miliziani che combattono nelle fila dello Stato islamico (Isis) nelle Filippine, è sempre più alto il numero di giovanissimi, spesso bambini. Non si tratta di adesioni volontarie, ma di minori che vengono rapiti e costretti a impugnare le armi. Lo rivela l’Osservatore Romano, citando fonti locali.

La pratica a Marawi

Artefice di questo sequestro è soprattutto il gruppo terroristico Maute – affiliato appunto all’Isis – che nelle scorse settimane ha occupato la città di Marawi, nell’isola meridionale di Mindanao. È da qui che i guerriglieri vorrebbero creare uno Stato islamico nelle Filippine, Paese a maggioranza cattolica.

Marawi è in mano loro dallo scorso maggio. Proseguono incessanti i combattimenti tra terroristi e forze armate di Manila. Secondo l’esercito, al momento i miliziani sarebbero circa un centinaio, ma all’inizio dell’assedio erano oltre settecento. Tra questi, presenti diversi giovanissimi soldati prelevati tra i circa trecento prigionieri che il gruppo ha fatto.

Armi in pugno a quindici anni

Prelevati dai loro villaggi e addestrati per diversi mesi, vengono poi utilizzati in combattimento all’incirca quando hanno più o meno quindici anni. “I racconti che ci arrivano continuamente sono molto pesanti”, ha riferito alla stampa locale il generale Restituto Padilla, il portavoce delle forze armate filippine. I terroristi, ha aggiunto, “si recano armi in pugno nei villaggi, rapiscono i ragazzi e poi li costringono a combattere“.

Non si ha una stima precisa, ma la stampa locale parla di diverse decine di giovanissimi diventati terroristi dell’Isis loro malgrado. Chi si rifiuta di arruolarsi, viene pubblicamente ucciso. I casi accertati al momento sono sei.

Adescati con l’inganno

La pratica di arruolare bambini da parte del Maute non è nuova e risale a ben prima di occupare Marawi. La testimonianza giunge da Abdul, diciassettenne che ha parlato ad Euronews. All’epoca in cui fu reclutato da quello che ritiene essere lo stesso gruppo attivo oggi, di anni ne aveva appena dodici: “Siamo stati radunati in una moschea, molti di noi erano bambini, ci hanno detto di andare con loro, che ci avrebbero aiutati. Quando siamo arrivati nel loro campo, ho visto una sorta di addestramento militare. Ci hanno detto che era l’esercito”.