Il piccolo Charlie Gard appeso a un filo di speranza

Dopo una lunga e sfibrante attesa, stavolta il caso Charlie Gard sembra davvero vicino all’epilogo. È infatti attesa per domani, 13 luglio, la sentenza della Corte Suprema britannica per decidere il destino del piccolo di undici mesi affetto da una rara patologia genetica che lo costringe legato alle macchine per respirare e nutrirsi.

Caso riaperto

Lunedì scorso, 10 luglio, i giudici si sono riuniti, riaprendo un caso che era stato chiuso il 27 giugno a Strasburgo. I medici del Great Ormond Street Hospital, dove Charlie Gard è ricoverato, avevano stabilito di sospendere le cure per il piccolo in quanto considerato “inguaribile”.

I genitori hanno allora portato la vicenda in Tribunale, ricevendo però pareri negativi dai giudici britannici e infine anche da quelli della Corte europea dei diritti umani, che hanno autorizzato il personale sanitario a staccare le spine. La scorsa settimana, però, un gruppo internazionale di medici ha preparato un documento che illustra ai medici di Londra nuove evidenze scientifiche sulla possibilità, caldeggiata dai genitori, di curare la malattia del piccolo.

Ne è seguita la scelta dell’ospedale di interpellare di nuovo l’Alta corte britannica. Lunedì scorso la palla è quindi tornata a Nicholas Francis, stesso giudice che aveva sancito il diritto dei medici a staccare la spina.

I tre dati richiesti dal giudice

Il togato si è detto pronto a rivedere la sua decisione solo laddove il documento preparato dal pool internazionale di medici e la cartella clinica di Charlie Gard dimostrino tre dati: che il principio attivo impiegato nel trattamento sperimentale riesca a superare la barriera encefalica; che il cervello non sia irrimediabilmente danneggiato; che ci siano statistiche di miglioramenti del sistema nervoso del piccolo in percentuali adeguate (il dieci per cento di cui si è discusso nei giorni scorsi non è considerato tale). Oggi è prevista la consegna del documento a Francis.

Solidarietà italiana

In attesa del giudizio di domani, prosegue intanto la mobilitazione internazionale. Aumenta il numero dei monumenti e dei comuni italiani che si tingono di una luce blu per esprimere solidarietà nei confronti della famiglia di Charlie.

Sempre dall’Italia, dal Consiglio regionale del Lazio, giunge poi una mozione firmata dalla capogruppo della Lista Storace, Olimpia Tarzia, “che impegna la Regione Lazio a sollecitare il Governo affinché adotti tutte le tempestive ed opportune iniziative volte a salvare la vita del piccolo Charlie Gard, compresa quella di poterlo accogliere in strutture ospedaliere ubicate nel Lazio, quale ad esempio il Bambin Gesù, già dichiaratosi disponibile a farlo”.

L’impegno della presidenza Usa

Il caso Charlie è seguito con attenzione anche dall’altra parte dell’oceano, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha offerto la disponibilità del suo Paese ad aiutare la famiglia del piccolo inglese. Nelle scorse ore il suo vice, Mike Pence, intervenuto ad una trasmissione radio, ha detto: “Speriamo e preghiamo affinché il piccolo Charlie ottenga un’altra possibilità”, di modo che “la sua famiglia possa scegliere la migliore misura del trattamento di salvataggio che è disponibile per il loro bambino”. Tra poche ore la risposta tanto attesa.