Emergenza idrica nel Lazio, Zingaretti firma il decreto di calamità naturale

Una vera e propria emergenza idrica quella che il Lazio si trova a fronteggiare: una situazione che, fra le varie misure adottate, ha portato alla chiusura dei cosiddetti “nasoni” (le storiche fontanelle della Capitale) al fine di ridurre il prelievo delle acque dal Lago di Bracciano (visibilmente provato da questa attività, così come dal grande caldo). Ma non solo: il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha reso noto di aver firmato il decreto che attesta lo stato di calamità naturale, specificando in una nota che “si è determinata una diffusa criticità, connessa alla scarsità di risorsa idrica, dovuta alla mancanza di piogge autunnali. A giugno questa criticità ha assunto livelli eccezionali. Diversi comuni hanno trasmesso all’Agenzia Regionale di Protezione Civile richieste di approvvigionamento di acqua a uso potabile e zootecnico, causa carenza delle sorgenti”.

Siccità e sprechi

Quale motivazione principale della firma posta sul decreto, Zingaretti ha indicato, assieme alle gravi esigenze della popolazione della regione, proprio la criticità del livello del lago il quale, certamente, sta risentendo delle gravose condizioni di siccità riscontrate nel territorio del Lazio (“Si è registrata una variazione negativa del livello delle acque del lago di Bracciano”, ha specificato nella nota). Ma, allo stesso tempo, dalla Pisana hanno specificato che, al fianco dell’emergenza idrica, si pone una gestione che, negli ultimi anni, ha consentito troppi sprechi a fronte di pochi investimenti. E, a questo proposito, tra le “diverse condizioni su cui è stato costituito il testo del Decreto”, si annovera l’eccessivo prelievo dei “gestori del servizio idrico integrato dai siti affidatigli in concessione”.

Zingaretti: “Dare sollievo alla popolazione”

In sostanza, anche a fronte della corposa escalation di incendi che ha colpito l’area urbana e l’hinterland della Capitale (“Sempre a causa della siccità – si legge ancora nella nota – è emersa una comprovata recrudescenza di incendi che, nel solo mese di giugno 2017, ha visto un incremento del 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016, sull’intero territorio laziale”), la Regione si propone di “dare sollievo alle popolazioni” ma, per l’appunto, “non bisogna fare finta di nulla: la siccità non è l’unica responsabile di questa grave situazione”. Il decreto regionale, ora, passerà al vaglio del dipartimento della protezione civile del Consiglio dei ministri al quale, come spiegato da Zingaretti, si chiede “di dichiarare lo stato di emergenza con sostegni finanziari e l’adozione di urgenti e straordinari provvedimenti da parte dello Stato per fronteggiare adeguatamente la situazione emergenziale”.