Emergenza incendi in Sicilia, Coldiretti: “Azioni di terrorismo”

Gli incendi che stanno devastando la Sicilia hanno procurato – finora – danni per milioni di euro. Le fiamme altissime non si fermano, alimentate dalla alte temperature e dal forte vento. Gli interventi di spegnimento sono coordinati dall’unità di crisi istituita dalla Prefettura e vedono la partecipazione congiunta di diverse squadre di vigili fuoco, operai forestali e Protezione civile.

Emergenze rientrate

L’ultimo dei roghi ha interessato questa notte la zona di Chiaramonte Gulfi, paese di 8.000 abitanti in provincia di Ragusa, procurando notevoli danni alle aziende agricole della zona e all’habitat. L’incendio era divampato ieri mattina in una zona boschiva proprio nei pressi delle aziende danneggiate.

Rientrata l’emergenza incendi sulle colline tra Patti e Sant’Agata di Militello, nel Messinese. I vigili del fuoco, dopo la notte di lavoro, hanno spento in mattinata gli ultimi focolai, partiti da un’area per la raccolta di rifiuti vicino Patti. E’ stata necessaria l’evacuazione di decine di abitazioni.

Crocetta: “Atti dolosi”

Si è detto indignato ed esterrefatto degli incendi il presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta: “Non esistono parole per descrivere tale orrore praticato coi metodi di sempre: approfittare del vento di scirocco, nel tentativo di far passare atti spesso dolosi come autocombustioni. Non possiamo accettare con rassegnazione gli incendi dei boschi o delle saracinesche che prendono fuoco: malanni pluriennali che diventano piaghe di un’isola ferita, di cittadini assediati”, ha scritto il presidente in una nota.

Coldiretti: “Azioni di terrorismo”

Per la Coldiretti i roghi nel ragusano e nel messinese sono “autentiche azioni di terrorismo che mettono in ginocchio un’intera regione massacrano le aziende, le colture, il paesaggio e danneggiano in modo irreparabile la biodiversità del territorio: un patrimonio devastato”.

“Il conteggio è ancora sommario, ma il vero disastro riguarda l’assoluta mancanza di soluzioni – dice Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – Qualcuno in questa Regione deve assumersi la responsabilità della tragedia degli incendi. Se ci sono piromani devono andare in galera, ma non è possibile che ogni anno si ripeta la stessa situazione”.

“Le aziende agricole bruciate a Chiaramonte Gulfi – aggiunge il direttore Coldiretti Ragusa, Calogero Maria Fasulo – appartengono ad agricoltori che non hanno altre entrate. Anni di lavoro e sacrifici andati in fumo: un dramma per tante famiglie”.