Qualche ora in più per salutare Charlie

I genitori del piccolo Charlie Gard avranno qualche ora in più da trascorrere insieme a loro figlio. Questo pomeriggio il Daily Mail ha dato notizia che i medici del Great Ormond Hospital, dove il piccolo è ricoverato, hanno concesso alla coppia una proroga di tempo prima di staccare le spine della respirazione e dell’idratazione che tengono in vita il piccolo.

La decisione di stamattina

Il personale sanitario aveva preparato tutto l’occorrente per effettuare il fatale gesto quest’oggi, ma stamattina – ha rivelato la mamma del bambino – è arrivata la decisione del posticipo.

“Abbiamo trattato con i medici – afferma la giovane donna – ed hanno deciso di darci un po’ più di tempo per stare con Charlie“. Non è ancora chiaro quando precisamente verranno staccate le spine.

“Siamo davvero grati per tutto il sostegno ricevuto in questo momento estremamente difficile”, ha aggiunto Connie, mamma di Charlie. La quale ha chiesto di rispettare la loro privacy in questo momento così delicato e ha comunicato inoltre che stanno raccogliendo “ricordi preziosi” che conserveranno per sempre.

La campagna social

In queste ore sono migliaia i messaggi di solidarietà che arrivano da tutto il mondo ai genitori attraverso i social. Su Twitter #Charliesfight#LetCharlieGoHome sono gli hastag usati per tentare di convincere i medici londinesi a permettere a Chris Gard e Connie Yates di portare il figlio a casa e trascorrere con lui le ultime ore.

I social sono anche il canale attraverso il quale numerosi fedeli cattolici stanno chiedendo a Papa Francesco di intervenire sulla vicenda, spendendo pubblicamente parole di sostegno ai genitori del piccolo e tentando di dissuadere i medici. Per ora si registra l’intervento della Conferenza episcopale inglese e quello di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

La vicenda

Il piccolo è ricoverato al Great Ormond Hospital dall’ottobre scorso, quando a due mesi dalla nascita gli è stata riscontrata una malattia genetica considerata incurabile. Di qui la scelta di staccare la spina. I genitori di Charlie Gard hanno respinto questa ipotesi, convinti che negli Stati Uniti sia possibile curare il piccolo con una cura sperimentale. Hanno quindi portato la vicenda in Tribunale, fino alla Corte suprema e poi anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La coppia ha però perso la sua battaglia legale.