Migranti, forcing di Gentiloni: “Cambio di passo dell’Ue o blocco navale”

“Siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto dell’Europa”. Paolo Gentiloni non gira troppo intorno al nocciolo del problema durante un incontro informale a Berlino con Angela Merkel, Emmanuel Macron, Theresa May e Mark Rutte e poi nella riunione preparatoria del G20. Ma se la cancelliera tedesca assicura sostegno, il presidente francese frena, ponendo una serie di distinguo. E allora il premier italiano va al punto: “Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un Paese solo”. Perciò “ora chiediamo entro mercoledì un segnale tangibile di un cambio di passo o si passerà al blocco navale“.

Parigi è pronta a fare “la sua parte – dice Macron – sui richiedenti asilo” ma frena sui migranti per motivi economici, che sono “l’80% di quelli che arrivano in Italia”. E così, mentre difende la linea dura adottata a Ventimiglia, Macron mette a nudo resistenze diffuse nei Paesi Ue e difficoltà nel tradurre gli impegni in azioni concordate. “Aiuteremo l’Italia, ci sta a cuore”, dice Merkel, prendendo la parola in risposta a una domanda non rivolta direttamente a lei. La cancelliera sottolinea il nodo Libia e rinvia al vertice di Tallin, che vedrà mercoledì riuniti i ministri dell’Interno dell’Ue, per “soluzioni concordate”.

Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk annuncia che porrà anche sul piatto del G20 la proposta di sanzioni per i trafficanti: il tema va affrontato, spiega, in sede Onu anche valutando una black list. “Concederemo ogni aiuto possibile all’Italia”, afferma lo spagnolo Rajoy. Gentiloni elenca i fronti su cui il governo chiede di agire: “Discutere del ruolo delle ong, della missione Frontex, delle risorse per lavorare in Libia e negli altri paesi africani, di allargare i programmi di ricollocamento”.

Al momento, spiegano fonti diplomatiche, il capitolo risorse è quello su cui è più facile ottenere risposte, viste le resistenze di numerosi paesi sui ricollocamenti. Ma all’Italia non basta più: “Il nostro sistema di accoglienza è a dura prova“, avverte Gentiloni. Che sul tema può contare sul pieno sostegno del presidente Sergio Mattarella, che si sta spendendo molto anche nel rassicurare i partner internazionali sulla stabilità del Paese in un momento delicato come la fine della legislatura.