Kamikaze fanno strage ai funerali del giovane morto durante le proteste a Kabul

Sono una ventina le persone morte a Kabul a causa di tre esplosioni a catena provocate, secondo le prime informazioni, da altrettanti kamikaze, che hanno sconvolto il funerale di uno dei cinque giovani che sono rimasti uccisi nelle proteste anti-governative di venerdì. Il bilancio del ministero della Sanità parla di 20 morti e 87 feriti.

I kamikaze sono entrati in azione intorno alle 15.30 ora locale, nell’area di Sra-e-Shamali. Alle esequie del giovane, Mohammad Salem Izedyar, figlio del vicepresidente del Senato, Alam Ezidyar, partecipavano vari parlamentari e anche il capo del governo afghano, Abdullah Abdullah, e il ministro degli Esteri, Salahuddin Rabbani, che sono rimasti illesi e sono stati portati immediatamente via dai servizi di sicurezza.

I talebani hanno preso le distanze dall’attacco sostenendo che è stato provocato da “inimicizie tra i nemici”, un riferimento alle lotte intestine al governo. Si tratta del secondo attentato a Kabul da mercoledì, quando un’autobomba è esplosa all’entrata della zona di alta sicurezza, nel quartiere diplomatico, dove ci sono il palazzo presidenziale e molte ambasciate: sono morte circa 90 persone e centinaia rimaste ferite. L’intera zona rimane isolata ed è pattugliata da veicoli blindati. L’attentato di mercoledì, che non è stato ancora rivendicato, è uno dei più sanguinosi da quando, nel 2001, è cominciata l’invasione statunitense e venerdì ha provocato varie proteste, a conferma della crescente instabilità nel Paese.