IL LUMINARE: “SENZA VACCINI RISCHIAMO NUOVE EPIDEMIE”

Dopo mesi di polemiche il governo, con decreto legge, ha reintrodotto l’obbligo delle vaccinazioni quale condicio sine qua non per l’accesso all’istruzione. Il vincolo, per il momento, riguarda solo i bambini da 0 a 6 anni, quelli che frequentano asili nido e scuole materne. Chi non si adegua non sarà ammesso a meno che non si metta in regola. Per i successivi dieci anni (cinque di elementari, tre di medie e i primi due anni delle superiori) la mancata vaccinazione farà scattare una semplice ancorché salata sanzione pecuniaria nei confronti dei genitori. Una scelta, quest’ultima, che non piace a parte della comunità scientifica, la quale trova immorale barattare il diritto alla salute dei minori con una somma di denaro.

Il decreto ha anche portato da 4 a 12 i vaccini obbligatori, aggiungendo ad antipolio, tetano, epatite B e difterite, il morbillo, la parotite, la rosolia, la varicella (tutti compresi nel cosiddetto Mprv), la pertosse, il meningococco B, il meningococco C e l’emofilo B. Il dibattito, nonostante l’intervento risolutivo dell’esecutivo, sembra però destinato a durare a lungo. Per questo In Terris si è rivolto al professor Modesto Mendicini pediatra e neonatologo di fama internazionale, già cattedratico al policlinico Umberto I di Roma, con 55 anni di esperienza professionale alle spalle e l’autorevolezza di chi conosce profondamente la materia.

Professore cosa pensa del fronte antivaccino?
“I movimenti di opinione pubblica pensano e agiscono di pancia, non razionalmente, strumentalizzare è molto facile. Un atto medico comporta sempre un rischio. Non c’è nessuna evidenza clinica che un vaccino provochi seri danni, stabilire un rapporto causa-effetto è difficile”.

Ma effettivamente vaccinarsi comporta rischi?
“Non più di altri atti medici, ma quando il beneficio è maggiore del rischio allora non ci sono dubbi: va fatto. In passato non ci si poneva neanche la domanda, quando i vaccini furono introdotti in Italia e non solo, si ebbe una vera e propria rivoluzione, non dimentichiamo che il vaiolo e la poliomelite mietevano vittime”.

È giusto introdurre un obbligo?
“In un certo senso si, non è giusto però che le scuole lo impongano, la scuola non ha il diritto di chiedere se un bimbo è vaccinato anche se sono gli ambienti promiscui i più rischiosi”.

Alcuni suoi colleghi affermano che sono aumentati i casi di autismo in seguito alle vaccinazioni…
“Non è così, la neuropsichiatria infantile ha fatto passi in avanti, la diagnosi di autismo rientra nel grande calderone del disturbo della comunicazione alterata. I disturbi sono tanti, dalle patologie più lievi alle più gravi, ma i vaccini non c’entrano proprio niente”.

Sono aumentate le malattie infettive?
“Assolutamente sì. Soprattutto i casi di morbillo e di tubercolosi, per non parlare della sifilide. Si pensi al vaccino contro il papilloma virus, una malattia sessualmente trasmessa. E’ una conquista scientifica straordinaria, il papilloma provoca lesioni che nel tempo possono sviluppare il cancro all’utero e ora viene somministrato gratuitamente a dodici anni di età alle bambine. Tornando alle altre malattie è ovvio che una grossa fetta di popolazione è vaccinata, ma con l’ingresso di immigrati provenienti da altri Paesi dove i vaccinati sono pochi, il rischio di affezioni è reale. In Bangladesh il vaiolo miete ancora vittime. Aggiungo che la poliomelite, il tetano e la difterite non sono per niente eradicati ed è possibile, non auspicabile, che tra qualche anno possiamo trovarci di fronte nuovamente a queste epidemie”.

Occorre allarmarsi per la meningite?
“C’è sempre stata, i ceppi sono tantissimi, qualcuno è più diffuso. In tutta la mia carriera professionale di casi ne ho visti veramente pochi, gli allarmismi fanno perdere il polso della situazione, in ogni caso per i ceppi più comuni consiglio sempre la vaccinazione”.

Cosa consiglia ai genitori disorientati?
“Il mio parere è quello di vaccinare i figli, ci possono essere reazioni come in qualsiasi altro atto medico, lo ripeto, ma la percentuale del costo beneficio è indiscutibile va sul beneficio”.