Corruzione e abuso d’ufficio: in manette il sindaco di Lonate Pozzolo

E’ stato arrestato dai carabinieri di Varese, con l’accusa di corruzione e abuso d’ufficio, il sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta, finito sotto inchiesta assieme alla sua compagna, Orietta Liccati (assessore all’Urbanistica) e a suo fratello Fulvio. A far scattare le manette per il primo cittadino della città del varesotto, il presunto favoreggiamento proprio nei confronti del fratello, architetto e titolare di uno studio, cercando di ottenere vantaggi per lui e altri imprenditori del settore edile dalle sue attività e consulenze. Per questo, altre 4 persone sono finite nel mirino degli inquirenti: per il sindaco l’ordinanza di custodia cautelare si tradurrà in detenzione in cella, mentre per il fratello e un altro imprenditore sono stati disposti i domiciliari. Per la compagna di Rivolta e i restanti due accusati c’è l’obbligo di presentazione alla Pg.

L’accusa e il precedente

Il primo cittadino di Lonate Pozzolo, appartenente a Forza Italia, è stato eletto nel 2014. Secondo le accuse, le quali contemplerebbero anche il presunto reato di tentata concussione, il 56enne “abusando della sua funzione di primo cittadino, favoriva l’attività del fratello, titolare di un noto studio di progettazione immobiliare, e di altri imprenditori locali”. Non è il primo caso oscuro a coinvolgere Rivolta: secondo quanto riportato, già nel 2014, due consiglieri avevano presentato un’interrogazione per far luce su alcune attività del sindaco, nello specifico una riunione tenuta all’ufficio Urbanistica-edilizia privata dove, assieme ad alcuni tecnici dell’ufficio, avrebbero partecipato l’architetto Fulvio Rivolta e, come riportato dagli stessi consiglieri nell’istanza, anche l’architetto Orietta Liccati, ex responsabile dell’ufficio.

Perquisizioni

Subito dopo l’arresto delle sei persone finite sotto inchiesta, il Gruppo della Guardia di finanza di Busto Arsizio (Varese), insieme ai militari della Compagnia di Gallarate, hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni degli indagati. Lo stesso procedimento è stato applicato in alcuni uffici di società operanti a Pavia, Gallarate e nella stessa Lonate Pozzolo.