Papa Bergoglio ai sacerdoti: “Siate misericordiosi, non chierici di Stato ma pastori”

“In nome di Cristo e della Chiesa” vi chiedo “di essere misericordiosi, sempre”, “non caricate sulle spalle dei fedeli pesi che non possono portare, e neppure voi”. Davanti ai vostri occhi ci sia sempre “l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito ma per servire”: “non siate ‘chierici di Stato’, ma pastori del Popolo di Dio”. E’ questo l’invito che Papa Francesco rivolge ai dieci nuovi sacerdoti, ordinati questa mattina nella basilica vaticana proprio dal Pontefice. Un rito suggestivo svoltosi in occasione della IV Domenica di Pasqua, quella detta “del Buon Pastore”, che coincide anche con la Giornata Mondiale delle Vocazioni. Ai nuovi presbiteri, il Papa chiede di non prolungarsi in omelia “intellettuali”, ma di parlare ai cuori delle persone, e ammonisce: “non tralasciate di toccare la carne di Cristo sofferente negli ammalati: questo vi santifica”.

Eletti al servizio non alla carriera

Il Papa inizia la sua omelia evidenziando che “questi nostri figli sono stati chiamati all’ordine del presbiterato”. Certamente, ricorda Bergoglio, “il Signore Gesù è il solo Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento”, e “tra tutti i suoi discepoli, il Signore vuole sceglierne alcuni in particolare, perché esercitando pubblicamente nella Chiesa”, in suo nome, il servizio “sacerdotale a favore di tutti gli uomini”. Questi sono stati “eletti” “non per fare carriera”, ma per servire.

Pastori uniti a Cristo

Dopo tanta riflessione e preghiera, aggiunge il Pontefice, “stiamo per elevare all’ordine dei presbiteri questi nostri fratelli, perché al servizio di Cristo”, che è “Maestro, Sacerdote, Pastore”, collaborino per costruire “la Chiesa”. Con il sacramento dell’ordine, “essi saranno configurati a Cristo” quale “Sommo ed Eterno Sacerdote”, e “consacrati come veri sacerdoti del Nuovo Testamento”. E’ questo titolo, fa notare Bergoglio, “che li unisce nel sacerdozio al loro Vescovo”. Da oggi in poi “saranno predicatori del Vangelo, Pastori del Popolo di Dio”.

Vivere la Parola di Dio

Quindi, rivolgendosi direttamente ai diaconi che stanno per ricevere l’ordinazione sacerdotale, avverte: “Considerate che esercitando il ministero della Sacra Dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico Maestro”. Il loro compito sarà quello di “dispensare a tutti la Parola di Dio”, quella stessa “che voi stessi avete ricevuto con gioia, da bambini”. Il Francesco consiglia di leggere e meditare “assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto”, per “insegnare ciò che avete appreso nella fede”, e soprattutto “vivere ciò che avete insegnato”. Per il Popolo di Dio “sia di nutrimento” la “vostra dottrina”, prosegue il Papa: rivolgetevi a loro con parole semplici, “come faceva il Signore, che arrivava al cuore”. Poi un consiglio: “Non fate omelie troppo intellettuali ed elaborate: parlate in modo semplice, parlate ai cuori. E questa predica sarà vero nutrimento”. Ma la gioia dei propri fedeli deve essere anche “il profumo della vostra vita, perché la parola senza l’esempio della vita non serve, meglio tornare indietro”. Quindi un monito: “La doppia vita è una malattia brutta, nella Chiesa”.

Sacerdoti non teologi

Il Pontefice continua a sottolineare che il sacerdote deve “riconoscere” quello fa, lo esorta ad imitare quello che celebrano, perché così, “partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con Lui in novità di vita”. Ancora una volta, l’invito a usare un linguaggio che vada dritto ai cuori e a vivere avendo Gesù come modello: “Un presbitero che ha studiato forse tanta teologia e ha fatto una, due, tre lauree ma non ha imparato a portare la Croce di Cristo, non serve. Sarà un buon accademico, un buon professore, ma non un sacerdote”.

Siate misericordiosi

Tra i tanti compiti dei sacerdoti c’è quello di amministrare i Sacramenti. E se col Battesimo aggregheranno “nuovi fedeli al Popolo di Dio”, con il Sacramento della Penitenza rimetteranno i peccati “nel nome di Cristo e della Chiesa”. Il Papa si ferma e chiede “in nome di Cristo e della Chiesa di essere misericordiosi”, e di esserlo “sempre”. Il Pontefice, inoltre, chiede di “non caricare sulle spalle dei fedeli pesi che non possono portare”: “Gesù rimproverò per questo i dottori della legge e li chiamò ipocriti”. E nell’elencare i Sacramenti, Bergoglio non tralascia l’Unzione degli Infermi. E proprio in riferimento a questo Sacramento, chiede ai nuovi sacerdoti di svolgere quel compito che alcuni trovano “noioso”: “andare a trovare gli ammalati. Fatelo, voi. Sì, va bene che vadano i fedeli laici, i diaconi, ma non tralasciate di toccare la carne di Cristo sofferente negli ammalati: questo santifica voi”.

Pastori e non chierici di Stato

Concludendo la sua omelia, Papa Francesco torna sul tema della vocazione, ricordando ai giovani diaconi che stanno per essere nominati presbiteri che sono stati “scelti fra gli uomini e costituiti in loro favore per attendere alle cose di Dio, esercitate in letizia e carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo”. Infine, l’invito ad essere sempre “gioiosi, mai tristi”, “anche in mezzo alle sofferenze, alle incomprensioni, ai propri peccati”. Come modello, aggiunge il Pontefice, abbiate “l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito ma per servire. Non siate ‘signori’, non siate ‘chierici di Stato’, ma pastori del Popolo di Dio”.