Ambulante morto a Lungotevere, la Procura indaga per omicidio colposo contro ignoti

Sarebbe un infarto la causa che ha provocato la morte di Nian Maguette, l’ambulante senegalese di 54 anni che, nella giornata del 3 maggio, è deceduto dopo un blitz della Polizia municipale nei confronti di alcuni venditori, a Lungotevere dé Cenci. Secondo quanto riportato da altri venditori presenti, il loro compagno sarebbe stato colto da malore nel corso di un inseguimento, secondo altri addirittura investito. Una testimonianza rilasciata questa mattina, però, da parte dei gestori di un locale adiacente alla zona dove l’uomo ha perso la vita, avrebbe messo in evidenza il fatto che, al momento del decesso, nessun vigile lo stesse inseguendo. Questi, al momento, sarebbero gli unici testimoni oculari di quanto accaduto. Secondo quanto affermato, l’ambulante stava camminando velocemente, portando con sé un sacco nero del tutto simile a quelli utilizzati per la spazzatura, prima di accasciarsi improvvisamente. Un’ambulanza sarebbe giunta immediatamente sul posto, seguita poco dopo da un’altra: per Nian Maguette, tuttavia, non c’è stato nulla da fare.

L’indagine

La Procura di Roma ha nel frattempo aperto un’indagine per omicidio colposo contro ignoti ma, stando a quanto riportato, anche gli inquirenti sembrano propensi a ritenere la morte del 54enne causata da circostanze naturali, come un malore. Anche i Vigili, nel frattempo, hanno smentito di aver effettuato inseguimenti, sostenendo come l’obiettivo del blitz fosse il sequestro della merce venduta abusivamente. La Municipale ha inoltre specificato che quella messa in atto è stata “una normale operazione antiabusivismo”, contrariamente a quanto affermato dagli ambulanti i quali, invece, hanno sostenuto come i venditori fuggiti siano stati rincorsi. Il fratello della vittima ha sostenuto che Maguette, in Italia da oltre 20 anni, avesse la licenza per il suo commercio. Sul suo corpo è stata intanto predisposta l’autopsia, che verrà eseguita domani dal medico legale della Sapienza la quale, molto probabilmente, contribuirà a far luce sulla dinamica della morte del venditore. La comunità senegalese dalla Capitale, intanto, si è riunita in protesta davanti alla casa della vittima: “Non si può finire in questo modo, chiediamo giustizia”.