Tillerson: “La politica estera non sarà sempre subordinata ai diritti umani”

La politica estera degli Stati Uniti non sarà sempre subordinata ai diritti umani, infatti in alcuni casi, le decisioni riguardanti le relazioni con i Paesi stranieri non verranno più prese adottando come criterio i valori americani perché a prevalere sarà l’interesse della sicurezza nazionale. E’ quanto ha dichiarato Rex Tillerson, segretario di Stato Usa, che ha annunciato cambio di priorità da parte dell’amministrazione Trump, spiegando così “l’American First” di Donald Trump.

Priorità garantire la sicurezza nazionale

Tillerson, parlando dal suo dicastero, ha annunciato come da ora in poi la priorità assoluta sarà quella di garantire la sicurezza nazionale. L’ex numero uno di Exxon ha sottolineato come negli ultimi 20 anni, gli Stati Uniti hanno “perso la cognizione” sulle alleanze mondiali post guerra fredda che potrebbero non servire più gli interessi del Paese. “Sono alleanze molto importanti – ha affermato – ma dobbiamo cercare un equilibrio. In alcuni casi, se condizionassimo gli sforzi per la sicurezza nazionale all’adozione dei nostri valori, probabilmente non potremmo raggiungere i nostri obiettivi di sicurezza nazionale”.

Nuove sanzioni alla Corea del Nord, nessuna fiducia alla Russia

Parlando ai dipendenti del Dipartimento di Stato, Tillerson ha affermato che gli Usa stanno preparando nuove sanzioni contro la Corea del Nord e prenderanno misure contro i Paesi che non rispettano pienamente la risoluzione Onu. Il ministro degli esteri a stelle e strisce ha anche spiegato che in Asia si stanno riesaminando i rapporti con la Cina. Tillerson ha spiegato poi che con la Russia “non c’è quasi alcuna fiducia” ma che l’amministrazione Trump sta tentando di ricostruirla, esaminando una cosa alla volta. La priorità numero uno al momento, ha spiegato, è la Siria, per vedere se si può raggiungere una tregua duratura. Canada e Messico sono pronti a impegnarsi in uno sforzo in buona fede per rinegoziare l’accordo commerciale Nafta e i rapporti “non sono così burrascosi come sembra qualche volta”, ha detto infine il capo della diplomazia Usa ai dipendenti del Dipartimento di Stato.