PARLA UNO SCAMBISTA: QUEI “GIOCHI” CON LE MOGLI DEGLI ALTRI

“Ho iniziato a frequentare locali per scambisti circa 15 anni fa, all’inizio del nuovo millennio. Da allora non ho più abbandonato questa abitudine, con intervalli a volte irregolari ma mai superiori ad un paio di mesi“.

David (il nome è di fantasia, per rispetto della privacy) fa parte di una della tante realtà parallele, invisibili ai nostri occhi. Insospettabili, trasversali ai ceti sociali e alle professioni. Semplicemente “Vivono tra noi“, si potrebbe dire citando il titolo dell’albo n. 13 di Dylan Dog.

Sono i nostri vicini di casa, i nostri amici, parenti, conoscenti, dipendenti o datori di lavoro. Di giorno conducono un’esistenza normale e la notte, mentre la città dorme o rumoreggia insonne davanti all’ennesimo talk show spazzatura, danno sfogo al lato oscuro della loro personale Luna. Cercando soddisfazioni ipotetiche di un vuoto interiore oppure – ed è questo il caso di David – lanciando i sensi a briglia sciolta, per non pensare alle miserie quotidiane.

Non è una giustificazione, non può esserlo. E’ semplice cronaca dal mondo sommerso dei club privé riservati agli scambisti, a chi decide di condividere con altri l‘intimità di coppia attraverso l’infedeltà basata sul comune accordo. Una realtà lontana anni luce da quanto la filmografia ci ha proposto negli anni. Dimenticate, quindi, le maschere e i suoni gutturali di “Eyes wide shut” o la grottesca litania tintobrassiana secondo cui la “gelosia è il più potente degli afrodisiaci”. Quella che David ci ha raccontato è uno spaccato crudo della realtà in cui viviamo.

Com’è stata la prima volta?
“Andai in compagnia di un amico e di una coppia. Avevamo poco più di 20 anni ed eravamo incuriositi dai racconti che altri ci avevano fatto. La coppia, con lei giovanissima, rimase bloccata sul divanetto tutta la sera senza combinare nulla. Io e l’altro amico rimanemmo invece piacevolmente intrigati dal ‘gioco’ e dopo un piccolo imbarazzo iniziale, fummo perfettamente a nostro agio, tanto da riprometterci di tornare al più presto. Fu esattamente come lo immaginavamo”.

Cosa spinge una persona a provare questa forma di trasgressione?
“I motivi sono essenzialmente due. Da single si va in cerca essenzialmente di un’avventura sessuale con donne spesso più grandi e in un contesto esibizionista, potendo incontrare nell’arco della stessa serata più di un partner occasionale. Un vero e proprio sfogo fisico. Se si accede da coppia subentra un altro tipo di ‘esigenza’. La donna spesso asseconda la perversione dell’uomo di vederla posseduta da altri. Oppure si ricerca la possibilità di uno scambio ‘alla pari’ con altre coppie coetanee o di pari livello estetico, applicando alla lettera i principi della coppia aperta in un luogo che lo consente senza alcun rischio”.

Si può accedere anche da soli o bisogna essere per forza in coppia? Costi?
“Si può accedere in coppia pagando solo il tesseramento annuale, oppure da soli con un ticket di ingresso di solito quantificabile tra gli 80 e i 100 Euro, più il costo della tessera obbligatoria. Si viene registrati con documenti come in un’associazione culturale, quale effettivamente è un club di scambisti.”

I rapporti avvengono in stanze riservate o in pubblico?
“Solitamente ci sono diversi ambienti. Alcuni riservati: vere e proprie camere da letto con spioncino alla porta per i voyeur, altri invece completamente aperti al pubblico, con divanetti al centro di ampie stanze, dove si consumano orge. Nella stagione estiva, alcuni club hanno anche uno spazio riservato a coppie e singoli a bordo piscina, con bungalow e tavoli dove iniziano gli approcci”.

Qual è l’età media dei frequentatori?
“Le coppie di media hanno sui 40 anni con una buona presenza di over 50. Le ragazze under 30 sono una presenza minoritaria. Mentre è più facile trovare maschi di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Anche perché molto spesso la richiesta delle coppie è di avere dei ‘Bull’, ovvero degli amanti vigorosi per la donna”.

Esistono incontri privati, cioè lontano dai locali, magari attraverso annunci online?
“All’interno del club è severamente vietato introdurre cellulari e quindi nel ‘gioco’ si cerca di rimanere anonimi, ma a volte capita che dopo una lunga frequentazione si possa creare un rapporto speciale tra singoli e coppie o tra coppie stesse. Esistono poi siti web per scambisti che costruiscono un circuito parallelo di incontri al di fuori del locale, magari in auto o a casa della coppia. A volte ci si conosce attraverso questi portali e ci si incontra una prima volta nel club, come primo approccio, per poi continuare altrove”.

Qual è l’approccio in questo caso?
“Spesso viene chiesto un primo contatto in chat con videochiamata per conoscersi visivamente, altrimenti il primo appuntamento viene combinato sempre in luogo pubblico per un caffè o una cena, sia che si tratti di due coppie o di una coppia con un singolo. Esistono poi dei ‘temerari’ che richiedono solo una presentazione fotografica prima di incontrarsi e consumare l’amplesso. Altri invece preferiscono dar sfogo alle proprie fantasie solo attraverso social, condividendo foto e commenti spinti. Un’evoluzione di quanto avveniva prima grazie all’uso delle nuove tecnologie comunicative”.

Come si comportano i mariti o i fidanzati mentre assistono all’amplesso della propria moglie o compagna con un altro uomo?
“Come detto prima, molto spesso sono proprio i partner maschili ad alimentare questa fantasia, quindi sono i primi a incitare la propria compagna a non essere timida o timorosa, alimentando lo scambio. Loro stessi scelgono il ‘Bull’ con il quale giocare o l’altra coppia con cui scambiare. Alcuni, spesso di età più matura, assistono passivamente praticando masturbazione e senza intervenire nell’amplesso, vengono chiamati contemplativi. In percentuale sono più gli uomini della coppia ad organizzare l’incontro che viceversa”.

Questo articolo, come anticipato, non ha lo scopo di giustificare quanti frequentano i club privé. Ma quello, endemicamente connaturato alla missione giornalistica, di raccontare una realtà, affinché ognuno, a suo modo, possa porsi domande sulla società nella quale viviamo. In un passaggio non riportato nell’intervista, David ha rimarcato che lo scambismo è “una perversione antica come il mondo“, quasi a tentare di ridimensionare la portata della sua condotta. Una sottolineatura che forse prelude al riconoscimento di un errore, a un ravvedimento. Alla piena comprensione che la sessualità è un dono da valorizzare e la coppia un patrimonio da non disperdere.

Intervista realizzata con la collaborazione di Angelo Maria Papi