Pasqua, passare oltre

Quando diciamo “Pasqua” sappiamo di ripetere anche il significato etimologico del termine originario “Pesach”, una parola semitica antichissima che significa letteralmente “passare oltre”. Un’esperienza unica per gli schiavi ebrei che segnarono con il sangue dell’agnello le loro case al fine di salvare i propri figli dalla decima piaga, quella che colpirà il figlio del faraone e i primogeniti maschi degli egiziani.

La Pasqua divenne ancora più sorprendente quando gli israeliti videro il mare aprirsi permettendo il passaggio attraverso il Mar Rosso e quindi la salvezza dall’imminente strage. Dio stesso salva il suo popolo per mezzo di Mosè così come questa Pesach sarà celebrata dagli ebrei rivivendo la potenza dell’Altissimo nella storia.

Il cristianesimo, a differenza della religione ebraica, riconoscerà nella persona di Gesù il Messia tanto atteso, il liberatore, colui che avrebbe definitivamente realizzato il vero passaggio, la Pasqua come speranza di un popolo che attendeva di essere riscattato. Il sangue del nuovo agnello immolato e innalzato sulla croce ha segnato i cuori di coloro che l’hanno accolto nella propria vita. Seguire Gesù è un “passare oltre”… oltre le logiche umane, al di là degli schemi del mondo.

La Pasqua dei cristiani ci rimanda a un’esistenza diversa da quella effimera e senza speranza. L’uomo, così come Gesù ce l’ha rivelato, è fatto per la Pasqua e imposta la propria esistenza di Pasqua in Pasqua. Purtroppo sono tanti coloro che portano il nome del Salvatore, ma si comportano da traditori del Vangelo. Basta vedere l’indifferenza che persiste dinanzi al dramma dei naufragi di migliaia di innocenti, le guerre che si combattono e quelle che vengono minacciate.

Pensiamo al conflitto siriano, che continua a mietere vittime tra donne e bambini, alle tragiche morti avvenute nei Paesi occidentali durante le vili azioni terroristiche o ai forti venti di guerra presenti nell’intero panorama internazionale. A tale proposito preoccupano non poco le schermaglie tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello della Corea del Nord Kim Jong-un che rischiano di far precipitare il globo in un conflitto nucleare… Anche quest’anno ci rivolgiamo a Cristo “con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza”, come affermato da Papa Francesco durante la tradizionale Via Crucis del venerdì santo al Colosseo.

Vale la pena menzionare le significative parole che il Santo Padre ha pronunciato per l’occasione: “Vergogna – ha pregato – per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te; vergogna per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati, scappando da codardi dalle nostre responsabilità; vergogna per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie; per le nostre mani pigre nel dare e avide nello strappare e nel conquistare; per la nostra voce squillante nel difendere i nostri interessi e timida nel parlare di quelle dell’altrui; per i nostri piedi veloci sulla via del male e paralizzati su quella del bene; vergogna per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa”.

Nonostante i numerosi tradimenti perpetrati da un’umanità irriconoscente, Gesù bussa al cuore di ognuno ricordando ai cristiani assopiti nella propria fede che il “passaggio” dall’oscurità alla luce, dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà è un evento realizzabile nella quotidianità. Il peccato, la tenebra non hanno l’ultima parola perché il Risorto entra nelle nostre case e fa comprendere a ogni individuo che su questa Terra non è più solo: ha un futuro, delle radici profonde, non è frutto del caso, ma è tempio e comunione con Dio Amore.

La pace promessa dal Messia è per chiunque abbia il coraggio di entrare dentro se stesso e scoprire che la propria interiorità non è un sepolcro vuoto. La Pasqua, interpellando profondamente gli uomini e bussando alla porta della loro coscienza, è un risvegliarsi dai tanti torpori e da quell’egoismo che può rendere insensibili e disumani; troppo spesso la risposta consiste nella paura di accogliere, bloccati dalle profonde contraddizioni e debolezze, dai disorientamenti di una società in profonda crisi culturale ed etica. Oggi Cristo è veramente risorto se si lascia che il cuore venga “ferito” dal suo amore. Questa Pasqua sia per noi il momento per compiere scelte vere e buone; sia il tempo della gioia e della misericordia, della pace e dell’amore, senza dimenticare chi sta attraversando prove e difficoltà.