Campidoglio, il tesoretto dei fondi in stallo per il “cantiere Capitale”

Opere finanziate e rimaste in fase di stallo, altre addirittura mai iniziate, alcune cominciate e incappate nel labirinto minoico del cantiere eterno, indifferentemente tra centro e periferia, con quest’ultima messa decisamente peggio in termini di lavori incompiuti. Lo scenario capitolino sui “lavori in corso” è pressoché noto, indifferentemente dall’avvicendamento delle varie amministrazioni: il problema dei fondi c’è, c’è stato e probabilmente ci sarà anche in futuro. La questione, semmai, è capire come e quando possano essere spesi: a ormai quattro mesi dalla fine del Giubileo straordinario della Misericordia, nelle casse del Comune ci sarebbero infatti diversi residui (in milioni) di fondi giubilari non utilizzati, da rimodulare e impiegare per finanziare nuove opere oltre a quelle già previste per riassettare la città in vista delle celebrazioni e dell’arrivo dei pellegrini.

I cantieri

Scorso via il Giubileo, l’intento è ora realizzare finalmente le varie migliorie, a cominciare dall’avviamento dei cantieri di Piazza Venezia, per la quale è prevista una pavimentazione viaria e il rifacimento dei marciapiedi, per un totale di 5,6 milioni, con i lavori che dovrebbero partire ad agosto. Spazio poi alla riqualificazione di luoghi d’importanza storica come l’Isola Tiberina, per la quale è previsto un potenziamento dell’illuminazione pubblica, e Piazza Navona, ma anche Borgo Sant’Angelo e, nel breve, la zona di Corso Vittorio Emanuele II, dove verranno programmate opere di manutenzione ordinaria.

I fondi statali

Richiesta di rimodulazione in vista anche per un ulteriore tesoretto che, a quanto sembra, ammonterebbe a 180 milioni (cifra non ancora ufficiale), provenienti dai fondi statali per la Capitale. Anche in questo caso, però, l’attesa è d’obbligo: prima di capire se e quando sarà possibile utilizzare tali fondi “andrebbero svincolati dai progetti obsoleti che avrebbero dovuto finanziare per poi impegnarli su nuove opere pubbliche”, come spiegato da Angelo Sturni, presidente della Commissione Roma Capitale. Il programma è dunque impiegare i soldi in nuove opere, sempre che non siano legati “a progetti utili”. Poi partiranno i “progetti nuovi”, almeno in centro. Per capire poi quando toccherà anche alle periferie.