Russiagate: il capo Commissione Devin Nunes lascia l’indagine

 

Il Russiagate continua a mietere vittime illustri: questa volta, a farsi da parte è Devin Nunes, il presidente della Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni russe all’interno del Congresso degli Stati Uniti. Il 44enne repubblicano ha lasciato temporaneamente l’incarico, dopo esser stato a sua volta travolto dallo scandalo delle ingerenze russe nell’entourage di Donald Trump durante le presidenziali. A pesare sulla decisione, a quanto pare spontanea, di Nunes, l’annuncio da parte del Comitato etico dell’apertura di un’inchiesta a suo carico, arrivata pressoché in contemporanea alle dimissioni dal suo ruolo di capo del Comitato intelligence della Camera.

Terzo caduto

Con l’addio del repubblicano, sale a tre il conto dei caduti di peso in appena un paio di mesi: il primo a porgere i saluti, sempre per motivazioni legate al Russiagate, è stato il consigliere Michael Flynn, accusato di aver tenuto contatti illeciti con l’ambasciatore russo Serghey Klyaski violando il veto del Logan Act; il secondo, non più tardi di un giorno fa, il “pezzo grosso” Steve Bannon, rimosso a sorpresa dal suo incarico nel Consiglio nazionale di sicurezza. Nel caso di Nunes, però, pur non con il rimbombo provocato dall’allontanamento del guru dell'”Alt-right”, la questione assume una certa rilevanza: a sollevare il polverone, infatti, erano state le dichiarazioni dello stesso repubblicano, il quale aveva dichiarato come il presidente Trump e alcuni membri del suo entourage, fossero stati spiati in modo “incidentale” dall’intelligence durante il periodo conclusivo della presidenza di Barack Obama. A sostegno della sua tesi, Nunes aveva fatto affidamento sui report dei servizi segreti, a quanto pare forniti direttamente dalla Casa Bianca.

Conaway al posto di Nunes

Ma non solo. L’ormai ex capo della Commissione d’inchiesta sul Russiagate, avrebbe conferito direttamente con il presidente in merito a questioni inerenti a mail hackerate da Mosca e appartenenti a politici democratici, bypassando la condivisione degli elementi coi colleghi inquirenti. Nell’annunciata inchiesta da parte del Comitato etico, infatti, rientrerà la violazione dei codici di condotta, avendo trasmesso informazioni riservate senza autorizzazione. Il posto di Nunes alla guida dell’inchiesta è stato affidato al repubblicano Michael Conaway.