Tim Cup, la Roma vince 3-2 ma non basta. Immobile-Milinkovic letali: Lazio in finale

Doveva segnare tre gol la Roma di Luciano Spalletti e tre gol ha segnato. Anche la Lazio, però, ne infila due senza troppi affanni, rendendo inutile la vittoria dei giallorossi e accedendo meritatamente alla finale di Coppa Italia, in attesa di conoscere quale avversaria, fra Juventus e Napoli, si troverà di fronte nella supersfida del 2 giugno all’Olimpico. Molto rumore per nulla quello della Roma che, pur partendo col piglio giusto, deve aspettare (per ben due volte) il vantaggio ospite prima di trovare la via del gol. La rete del 3-2 di Salah, arrivata nel finale, serve solo per le statistiche: il copione non cambia mai per la formazione giallorossa che, storicamente, non è mai stata prodiga di grandi rimonte se non in qualche occasione, come quel 3-0 rifilato al Dundee che, nel 1984, valse l’accesso alla finalissima dell’allora Coppa Campioni. E, nel pieno rispetto di suddetto copione, la Roma prende gol alla prima azione manovrata, complicando ulteriormente la già difficile rimonta. A ridere, alla fine, è la Lazio di Simone Inzaghi che ha costruito la propria qualificazione sfruttando il netto successo della gara di andata e risultando cinica e spietata in quella di ritorno.

Milinkovic segna, El Shaarawy risponde

Per tentare la clamorosa rimonta, il tecnico di Certaldo sceglie una difesa a 4, togliendo Bruno Peres e affidando la corsia di destra al tedesco Rudiger, schierando Juan Jesus al fianco di Manolas. A centrocampo spazio a Leandro Paredes, al posto dell’acciaccato De Rossi, mentre in avanti El Shaarawy è preferito a Perotti. L’unica novità di Inzaghi è l’inserimento di Lulic in zona mediana al fianco di Biglia, per una formazione prettamente difensiva col solo Immobile, supportato da Felipe Anderson, a battagliare con la retroguardia romanista. Pronti, via e la Roma potrebbe subito raddrizzare le cose ma la conclusione di Dzeko, da buona posizione, finisce alta sopra la traversa. I biancocelesti, pericolosi in contropiede, sfiorano il vantaggio qualche minuto dopo, con Immobile che non riesce a ribadire in rete un pallone vagante finito dalle sue parti dopo una carambola tra Rudiger e Manolas. I giallorossi creano ma non vanno mai realmente vicini alla rete, mancando due buone ripartenze e impegnando Strakosha solo con una conclusione debole di El Shaarawy. E allora, alla prima azione costruita, la Lazio passa: cross dalla destra, duello aereo fra Manolas e Immobile, con il greco che perde di vista la palla e il napoletano che la spara verso Alisson. Miracoloso il portiere brasiliano che, però, non può nulla sul tap-in di Milinkovic-Savic che fa 2 su 2 tra andata e ritorno. La Roma accusa e la Lazio guadagna metri giocando su nervi e cronometro. Nel finale di tempo, però, El Shaarawy raccoglie di piatto una svirgolata di De Vrij (fin lì impeccabile) su traversone di Rudiger, rimettendo in parità il match e riazzerando di fatto il punteggio: al duplice fischio, la Roma deve ancora farne tre.

Roma, vittoria amara

Nella ripresa, quando ci si aspetterebbero dei giallorossi arrembanti (con Peres al posto di Jesus), ci si trova di fronte a una squadra che gioca in fotocopia rispetto alla prima frazione. Ed è ancora la Lazio a trovare il gol: Manolas corona una prestazione da dimenticare scordandosi di fare il fuorigioco, consentendo così a Immobile di involarsi verso la porta e di battere Alisson per il 2-1. A questo punto, alla Roma servono 4 gol. I giallorossi ci provano generosamente, pareggiando nuovamente con Salah (il più lesto dopo un palo di El Shaarawy) e schiacciando la Lazio nella propria metà campo. Strakosha risponde bene su Strootman e, sullo stesso olandese, arriva anche un salvataggio provvidenziale di Bastos. Negli ultimi 10 minuti c’è spazio per Totti, forse alla sua ultima partita in Coppa Italia, e per il gol del definitivo 3-2 (al 90′) ancora di Salah, bravo a raccogliere una respinta corta del portiere albanese sul destro di Nainggolan. La Roma, quindi, i suoi tre gol li ha fatti ma ne prende anche due, vanificando ogni sforzo e confermando il trand negativo che ha caratterizzato tutti gli appuntamenti importanti della stagione (Porto, Lione, Lazio). E allora, mentre Inzaghi al triplice fischio festeggia il venturo compleanno con una splendida e meritata finale, a Spalletti non resta che l’incognita del futuro. E alla Roma, un’altra annata con tanti rimpianti per quello che poteva essere e che, almeno finora, non è stato.