Manovra correttiva, Gentiloni: “Accelerare la crescita, no a misure depressive”

“La sfida riguarda direttamente l’azione del nostro governo che si tradurrà nelle prossime settimane attraverso le decisioni che il governo assumerà con l’obiettivo di tenere i conti a posto e contemporaneamente accompagnare la crescita finalmente in atto anche in Italia: accompagnarla, accudirla, consentire che abbia un ritmo più accelerato e non ci siano effetti depressivi dalle decisioni prese”. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al “B7 Business Summit”, riferendosi al Def e alla “manovrina“.

Al G7 di Taormina, ha spiegato, si dovrà “anche prendere posizione di fronte a scelte di fondo che non tollerano ambiguità: bisogna rinnovare la fiducia nei confronti dell’economia e delle società aperte su cui abbiamo costruito decenni di benessere. Bisogna scommettere ancora sul libero mercato e la libertà di commercio, il più grande motore economico della storia”. Il tema centrale dell’appuntamento di maggio, secondo Gentiloni, sarà “costruire le basi di una fiducia rinnovata: protezione dai rischi del terrorismo, ridurre le disuguaglianze e uno sforzo globale per il lavoro”. A Taormina “avremo un mondo con molte novità da affrontare. E’ il primo G7 a cui parteciperà il nuovo presidente americano, nelle prossime settimane sono molto attesi i risultati delle elezioni francesi e in questi giorni è iniziato il processo della Brexit”.

Sull’economia italiana il premier ha parlato di “segnali di ripresa incoraggianti ma non ancora sufficienti”. In particolare “bassa crescita, tassi di disoccupazione più alti di quelli che siamo disposti a tollerare e la diffusione di una percezione nuova di diseguaglianze che in molte società vengono considerate inaccettabili” sono i temi da affrontare. 

La lezione degli ultimi anni, ha aggiunto, “ci dice che dal mondo della politica e dal rapporto tra cittadini e istituzioni sono venute le maggiori novità: è bene averne contezza anche nella business community. Il dato forse più rilevante della crisi è una crisi di fiducia delle società, che è una reazione all’impatto della globalizzazione e delle nuove tecnologie, con una mancanza di una via di uscita definitiva alla crisi. Spesso le soluzioni proposte non sono razionali o realistiche: qualcuno si spinge a offrire illusioni. Ma non dobbiamo sottovalutare le possibilità di successo dei maestri dell’illusione”