NIENTE SESSO, SIAMO GIOVANI

I social network aumentano l’interazione interpersonale ma distruggono quella personale, intendendo con questo il rapporto diretto uomo/donna. Uno studio di diverse università americane (San Diego State University, Università del Texas a Austin, tra le altre) pubblicato sulla rivista “Archives of Sexual Behavior”, ha elaborato dati preoccupanti riguardanti gli Usa: nel 1990, gli americani in media facevano sessoda circa 60 a 65 volte l’anno; nel 2014, la frequenza è calata a circa 53 volte l’anno, un po’ meno di una volta a settimana.

Le motivazioni

Alla base della diminuzione delle attività sessuali ci sono certamente diversi fattori: un mondo che ha visto aumentare le persone che vivono in solitudine, il disgregamento delle famiglie, l’impossibilità di trovare lavoro nel posto in cui si è nati, la mancanza di una relazione stabile. La percentuale di americani single tra i 18 e i 29 anni è aumentata al 64% nel 2014, dal 48% registrato nel 2005.

Calo del desiderio

Ma la situazione è drammatica anche e soprattutto tra le coppie sposate o conviventi, e dunque il ragionamento si fa molto più complesso: nel 2014 hanno avuto rapporti in media 56 volte l’anno, mentre nel 1989 la media si aggirava sulle 67 l’anno.

Nello specifico, lo studio ha analizzato i questionari compilati per il General Social Survey di Chicago da circa 26 mila statunitensi tra il 1989 e il 2014, dividendo la popolazione in cinque fasce: la Silent Generation, nata durante o poco prima della Seconda Guerra Mondiale, i Baby Boomer degli anni ’50-’60, la Generazione X degli anni ’70, i Millennials (tra i 23 e i 37 anni) e gli iGen (tra i 18 e i 22).

Giovani più casti

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le generazioni più giovani sono in media più caste. In particolare il 15% dei Millennials ha risposto di non aver avuto nemmeno un rapporto sessuale nell’anno precedente, contro l’11,2% della Generazione X ed è più bassa anche la percentuale di chi dichiara almeno un rapporto a settimana.

Volendo analizzare il fenomeno, la prima risposta, è l’invasione di offerta pornografica attraverso il web, completamente gratuita e tristemente autosoddisfacente. Ma lo studio ha definito un altro e ben più grave problema: secondo i ricercatori, un motivo potrebbe essere, almeno per i trentenni, un calo generico delle felicità.

Relazioni poco appaganti

Le relazioni non sono più appaganti anche perché non sono più vissute pienamente. Mark Regnerus, professore associato di sociologia presso l’Università del Texas a Austin, sottolinea quanto sia facile vedere coppie a cena attaccate ognuno al proprio smartphone e quanto questo di certo abbia conseguenze anche sulla vita sessuale della coppia.

L’ascesa dei social network, ma anche delle serie tv in streaming, colpevoli di aver invaso il tempo libero, incollano i giovani nel loro mondo, impedendogli di aprirsi alla realtà, diminuendo i contatti reali e dunque, a cascata, i rapporti. Anche d’amore.

Anziani attivi

Paradossalmente la tendenza si inverte con l’anzianità. A 80 anni si fa più sesso e con maggiore soddisfazione che a 50. Stavolta a rivelarlo è una ricerca della University of Manchester pubblicata dal Times di Londra. Secondo lo studio, condotto su un campione di 7 mila persone dai 50 anni in su, le persone di entrambi i sessi al di sopra degli 80 anni hanno una vita sessuale “migliore” di quando avevano 50 anni.

In particolare, le donne raggiungono più facilmente uno stato di eccitazione e gli uomini si sentono più “obbligati” a soddisfare la propria partner. In assoluto, l’indagine afferma che, al di sopra degli 85 anni, un quarto degli uomini e una donna su dieci sono “sessualmente attivi”. Insomma, finché c’è vita c’è speranza