Alitalia, al via la “fase due”: Gubitosi presidente, si punta all’utile entro il 2019

Per Alitalia parte ufficialmente la “fase due“. Il cda ha, infatti, approvato il piano di rilancio della compagnia aerea che punta all’utile entro il 2019 attraverso un taglio dei costi pari a 1 miliardo in tre anni e a un aumento dei ricavi del 30%.

Manca però ancora un tassello, non secondario: il finanziamento del piano da parte degli azionisti, che è subordinato all’accordo con i sindacati. Nel frattempo si prepara un rinnovo al vertice, con l’arrivo dell’ex direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, che è stato cooptato in cda e che diventerà presidente esecutivo (al posto di Luca Cordero di Montezemolo che dovrebbe comunque restare in cda) dopo l’ok al finanziamento. L’approvazione del piano 2017-2021 è arrivata al termine di un cda fiume durato circa sei ore e mezza, che ha approfondito a fondo tutti aspetti e dettagli. “Con l’approvazione della seconda fase del piano industriale possiamo accelerare il rilancio di Alitalia”, ha commentato l’ad Cramer Ball, spiegando la necessità di “misure radicali” per “ridare un futuro alla compagnia” in una contesto in cui “l’industria del trasporto aereo è in continua evoluzione ed è caratterizzata da una concorrenza spietata“.

Il cda ha anche cooptato Gubitosi come nuovo membro del consiglio in sostituzione di Roberto Colaninno, che ha lasciato il board a febbraio, e tutti gli azionisti hanno condiviso “unanimemente” l’intenzione di conferirgli l’incarico di presidente esecutivo una volta approvato il finanziamento del piano stesso. Il via libera del cda sblocca anche l’incontro tra Alitalia e il Governo, rimasto in sospeso per l’intera giornata in attesa dell’esito del board. Un incontro “dovrebbe esserci” già nei prossimi giorni.

L’ufficializzazione dell’incontro è arrivata in serata dal cda della compagnia: “Il management della compagnia – si legge nel comunicato – presenterà il piano domani (oggi ndr) al Governo”. Successivamente sarà il turno dei sindacati. Ai quali toccherà la delicata trattativa sugli esuberi (che le indiscrezioni quantificano tra 1.600 e 2.000) e sui tagli al costo del lavoro. Ma ai sindacati è affidata una responsabilità ancora maggiore, visto che il cda ha deciso che il finanziamento del piano da parte degli azionisti è subordinato all’accordo con le organizzazioni sul nuovo contratto e sulle misure relative al personale. Intanto, se il ministro Calenda aspetta prima di esprimere una qualche preoccupazione (“io vedo prima il piano è poi, in caso, mi preoccupo”, ha detto), i sindacati si preparano alla trattativa. “La vertenza Alitalia è tutta da vedere, nel senso che, per il momento, abbiamo capito che stanno ridefinendo i vertici”, ha detto la leader della Cgil Susanna Camusso, precisando che solo dopo l’approvazione del piano “dovremo valutare se risponde alle esigenze effettive di rilancio e non ad un altro piano che è puro ridimensionamento”.