Clochard arso vivo a Palermo, confessa l’assassino: è un benzinaio di 45 anni

Un uomo di 45 anni, Giuseppe Pecoraro, di professione benzinaio, dopo essere stato fermato dalle Forze dell’ordine della Squadra mobile di Palermo (con una vistosa bruciatura alla mano) e sottoposto a interrogatorio, ha confessato di essere l’autore dell’omicidio di Marcello Cimino, il clochard ucciso nella notte fra il 10 e l’11 marzo a Palermo in un rogo doloso, dopo essere stato cosparso di benzina. L’omicida, crollato dopo ore di domande, avrebbe riferito ai Carabinieri di aver commesso il delitto per gelosia dopo che, nella giornata precedente, il senzatetto aveva avanzato alcuni apprezzamenti nei confronti di sua moglie, dalla quale si era da poco separato e che temeva avesse una relazione con Cimino. Dopo la confessione, l’uomo è stato condotto in carcere.

L’assassinio

E’ stato un orribile omicidio quello del senzatetto 45cinquenne, morto fra le fiamme riportando ustioni gravissime e su tutto il corpo. Inutile l’intervento dei Vigili del fuoco, allertati da alcuni residenti di via dei Cipressi (dove si trova la missione di San Francesco, sotto il cui portico dormiva il clochard) richiamati dalle urla dell’uomo. La tragedia si sarebbe consumata attorno all’una di notte: subito al lavoro le Forze dell’ordine, coordinate dal pm Maria Forti, per ricostruire la dinamica dell’accaduto e, dopo qualche ora, hanno iniziato la caccia al responsabile in tutta la città, dopo aver appurato la natura dolosa dell’incendio. Sul luogo del delitto era presente un’unica telecamera predisposta alla videosorveglianza dell’area, in quel momento puntata però in un’altra direzione. Successivamente, però, è stato diffuso un inquietante video, ripreso proprio da una telecamera e mostrato dal quotidiano “Repubblica”, nel quale è possibile vedere chiaramente l’intera sequenza del barbaro delitto, fugando ogni dubbio su eventuali altre piste. Nel filmato è possibile chiaramente vedere un uomo intento a cospargere di liquido il corpo del malcapitato.

Le indagini

Secondo quanto inizialmente riportato, attorno al corpo di Cimino sarebbero state rinvenute tracce di benzina, oltre ad alcuni segni sul muro esterno della mensa dei poveri, elementi che, già in quel momento, costituivano ulteriori indizi a conferma dell’ipotesi di omicidio. La polizia, per tutta la notte, ha passato al setaccio l’area attorno alla missione gestita dai Cappuccini, alla ricerca del contenitore che potrebbe essere stato utilizzato per cospargere l’uomo di liquido infiammabile. La caccia all’assassino è proseguita in tutta la città: gli investigatori della Squadra mobile hanno interrogato diversi residenti nel quartiere, al fine di ottenere indizi utili al riconoscimento del killer del clochard, da tutti ritenuto una persona tranquilla, “che si faceva gli affari suoi”.

Il dramma dei familiari

Marcello Cimino, ex idraulico, aveva una casa e anche due figlie, ma era separato da tempo ed era stata sua la scelta di vivere in strada (anche a causa delle difficoltà a pagare un affitto), come testimoniato da alcuni conoscenti: “Mio fratello era una brava persona – ha spiegato la sorella, Patrizia -. Non meritava di essere bruciato vivo. Chi l’ha ucciso non è una persona umana. Mio fratello aveva una casa in cui abitare, ma da qualche tempo aveva deciso di dormire qui, alla missione dei Cappuccini. E’ stata una sua scelta”. Nel corso della giornata successiva al terribile delitto, la sua famiglia è arrivata sul posto, manifestando tutta la propria rabbia per quanto accaduto: “Papà non meritava questo – lo sfogo di una delle due figlie dell’uomo, entrambe minorenni -. Le persone non hanno cuore, chi l’ha ucciso deve fare la stessa fine”. Nel frattempo, la Procura di Palermo ha aperto un’indagine sulla base del filmato che riprende l’omicidio.

Lorefice: “Il cuore si strappa”

Nel corso della giornata dell’11 marzo è arrivato anche il commento del vescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, intervistato da Radio Vaticana: “E’ terribile pensare fino a che punto un uomo è capace di spingersi, e di fare un gesto di questo genere. Vuol dire che il cuore degli uomini sta diventando di pietra, perde la propria identità. Vedere quelle immagini significa che il cuore si strappa”.

Foto: LaStampa