Migranti, Gentiloni replica all’Europa: “Non accettiamo lezioni”

“Dall’immigrazione alla pubblica amministrazione, dal processo penale alla sicurezza urbana, dalla legge sulla povertà al ddl sulla concorrenza: sfido chiunque ad indicare un altro governo e un altro Parlamento in Europa impegnati su un complesso di riforme come quello su cui siamo impegnati in Italia. Non siamo i primi della classe, ma non accettiamo lezioni e lavoriamo nell’interesse comune”. Così Paolo Gentiloni, nell’informativa al Senato, risponde al richiamo europeo sulla politica migratoria che criticava i “pochi rimpatri” disposti dall’Italia.

“Il problema della immigrazione – ha aggiunto il premier – non lo cancella neanche il mago Merlino. Ma è possibile sostituire quella clandestina irregolare e micidiale per i migranti con flussi e canali. Questo è l’obiettivo della Ue e spero che a Bruxelles si facciano passi in più per aiutare il lavoro di avanguardia dell’Italia”.

Gentiloni dice poi no alle rigidità europea con le “virgole” sui bilanci e no alla “rigidità distratta” sui temi dell’immigrazione il cui approfondimento non rappresenta una “pretesa” dell’Italia ma una decisione comune presa dall’Unione. Il presidente del Consiglio ha messo sul tavolo diversi temi che saranno al centro della prossima dichiarazione di Roma del 25 marzo, a cominciare dalle politiche sociali, della sicurezza e dell’immigrazione.

“Noi siamo favorevoli a considerare il percorso di integrazione con livelli differenziati: c’è il riconoscimento di uno stato di fatto, ovvero che lo slogan che da sempre campeggia sull’edificio dell’Ue – ha proseguito il premier – l’Europa deve muoversi verso un’integrazione sempre maggiore è una prospettiva molto difficile da realizzarsi in un’Europa a 28. Non è un progetto contro qualcuno ma è una realtà di fatto“. I livelli di integrazione differenziata non sono un modo “per punire alcuni Paesi”, ha spiegato Gentiloni ricordando come, per alcuni, si tratterebbe di un progetto contrario, ad esempio, ai Paesi del gruppo Visegrada. “Si tratta invece – ha puntualizzato – di dare una chance in più alla realtà che abbiamo davanti”.