Non fa i compiti a casa e il padre lo “crocifigge” per punizione

Dovremmo più o meno essere tutti concordi sul fatto che, qualora il rendimento scolastico di un bambino arrancasse, una sgridata o una punizione da parte dei suoi genitori sia d’obbligo. Da un lato per abituarlo a una maggiore consapevolezza della responsabilità che comporta il percorso scolastico, dall’altro per rimarcarne l’importanza per il suo futuro. Una ramanzina, un castigo, magari privandolo per qualche ora di un’attività gradita o di un gioco che a lui (o lei) piace particolarmente: probabilmente tutte le mamme e i papà, chi più chi meno, hanno toccato questa tappa nell’educazione della propria progenie. Decisamente di meno coloro che, per riprendere il proprio figlio reo di non aver svolto i compiti a casa, mettono in pratica una punizione che di educativo sembra avere assai poco, o perlomeno non nella corretta accezione del termine: in Cina, una episodio simile è accaduto e, tanto per definire più chiaramente la questione, è stato fatto pubblicamente, nel bel mezzo di una strada. Anzi, proprio davanti al negozio gestito da un uomo residente nel distretto di Yongchuan, il quale ha ritenuto opportuno far inginocchiare il figlio di 10 anni su una cassetta per la frutta (di quelle in plastica rigida), con le braccia legate a mò di “crocifissione” a una lunga asta orizzontale, lasciandolo in questa posizione per diverse ore e attirando l’indignata attenzione dei passanti.

La notizia (e la foto del bimbo) è stata diffusa dal sito britannico “Metro.co.uk”: secondo quanto riportato, l’uomo sarebbe noto presso il vicinato come un padre severo e rigido nell’impartire a suo figlio una congrua educazione al rispetto dell’istituzione scolastica. In questo caso, però, la sua punizione si è spinta decisamente oltre, arrivando a impartire un esagerato castigo fisico, oltretutto in una posizione quantomeno umiliante, esposto alla vista dei cittadini intenti a percorrere il tratto di strada dinnanzi al suo negozio di frutta. A provocare la decisione del genitore, sarebbe stato un colloquio avuto con gli insegnanti, i quali gli avrebbero riferito il mancato svolgimento dei compiti assegnati.

La punizione sarebbe terminata dopo diverse ore, quando il fruttivendolo si sarebbe accorto delle reazioni non esattamente favorevoli dei passanti e avrebbe così permesso al figlio di tornare in libertà, svincolandolo dall’imbarazzante (e “fantozziana”) situazione. Non è dato sapere se nei confronti dell’uomo siano state adottati dei provvedimenti da parte delle Forze dell’ordine. Certo è che, in ogni caso, il confine tra il rimprovero e l’esagerazione del castigo, in questa occasione, è stato alquanto superato.