Stretta sui migranti irregolari: giallo sulla mobilitazione della Guardia Nazionale

Dopo aver incassato la sconfitta per il Muslim Ban, Donald Trump avrebbe deciso di dare un nuovo giro di vite conto l’immigrazione irregolare. Secondo quanto riferito dall’Associated Press, l’amministrazione del nuovo presidente avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di mobilitare fino a 100mila unità della Guardia Nazionale nell’ambito della stretta contro i migranti non autorizzati a restare all’interno de confini Usa.

Una mobilitazione senza precedenti

Se la proposta verrà attuata, gli uomini della Guardia Nazionale sarebbero inviati in 11 stati. Ciò si tradurrebbe nella più grande mobilitazione di forze dell’ordine per contrastare l’immigrazione illegale. I militari, inoltre, non verrebbero schierati solo alla frontiera con il Messico – punto nevralgico per gli ingressi clandestini negli Usa – ma sarebbero inviati anche in altri undici stati, tra cui Portland, Oregon, New Orleans e Louisiana. Prima dell’arrivo delle truppe, verrebbero chiamati in causa anche i governatori dei singoli stati coinvolti che dovrebbero approvare l’operazione della Guardia Nazionale sotto la propria competenza statale.

La smentita della Casa Bianca

Dopo le prime voci della possibilità di impiegare gli uomini della Guardia Nazionale per compiere delle “retate” per combattere l’immigrazione clandestina, non si è fatta attendere la reazione della Casa Bianca. Infatti, il portavoce Sean Spicer, ha smentito la notizia. “Non è vero. 1005 falso”, ha scritto sul su profilo Twitter in relazione all’indiscrezione rilanciata dall’Associated Press. “Non c’è alcun impegno volto ad utilizzare la guardia nazionale per radunare immigrati illegali”, ha sottolineato Spicer parlando con i giornalisti al seguito del presidente, in viaggio verso la Sud Carolina.

Giornata senza immigrati

Saracinesche abbassate per molti esercizi commerciali – tra cui ristoranti, supermercati, negozi, e anche alcune imprese – negli Usa che hanno preso parte a quella che è stata ribattezzata la “Giornata senza immigrati”. Una forma di protesta contro le politiche migratorie del presidente Trump che ha visto molti imprenditori – sia di piccoli che di grandi attività commerciali – incrociare le braccia per boicottare le decisioni del nuovo presidente. Un’iniziativa che è stata organizzata e promossa interamente sul web. Inoltre, gruppi di migranti hanno protestato anche contro gli ordini esecutivi firmati da Trump, destinati a mettere fine all’esistenza delle cosiddette “città santuario“. A New York gli organizzatori delle proteste hanno segnalato che almeno un centinaio di chiese della città è disposta ad accogliere le persone senza documenti che hanno bisogno di un rifugio perché rischiano di essere espulsi dal Paese.