Il Movimento 5 Stelle tenta di reagire e invoca le urne: “Solo noi al 40%”

Il Movimento 5 Stelle prova a uscire dall’angolo della vicenda Raggi con dichiarazioni, tramite social, che puntano a rilanciare la sfida agli altri partiti e a reagire in vista del probabile ricorso alle urne.

La prima ad affilare le armi è la deputata Roberta Lombardi con un lungo post su Facebook. “Voglio essere chiara, perché quello che si sta verificando è qualcosa di infamante nei miei riguardi e non posso accettarlo. Non posso. Vengo chiamata come persona informata sui fatti nell’ambito di una indagine che la Procura di Roma sta portando avanti a seguito di un esposto presentato non dalla sottoscritta, ma dal senatore Augello, esponente di un’altra forza politica. Tra le domande postemi dai Pubblici Ministeri, come risulta dal verbale, nessuna – scrive la deputata – riguarda polizze assicurative di cui tra l’altro non ho mai sentito parlare sino ai fatti di questi giorni. La mia deposizione, come quella delle altre persone ascoltate, viene messa a verbale come previsto dalla legge, finisce agli atti dell’indagine e quindi può essere oggetto di esame per eventuali interrogatori futuri. Diventa un’informazione di cui successivamente potrà’ disporre non solo la Procura e non solo io. Un’informazione che può essere manipolata e girata ad alcuni giornali, suggerendo magari che sia stata io – com’è stato falsamente scritto – ad informare i PM della polizza contratta da Salvatore Romeo. Questo non è assolutamente vero – ribadisce la Lombardi, accusata di aver “soffiato” la notizia alla stampa – oltre che assurdo e risulta dagli atti della mia deposizione. Non avrei mai potuto informare alcuno sulle domande dei giudici perché questo avrebbe potuto costituire reato: rivelazione del segreto istruttorio. Siamo il M5S, non Forza Italia o il Pd e abbiamo il dovere di rispettare e avere fiducia nel lavoro della magistratura. Tutto il resto emerso in questi giorni su diversi quotidiani fa dunque parte di una grande campagna di fango attivata contro di me, tesa a mostrarci divisi mentre invece remiamo tutti nella stessa direzione. Ma io non me ne resterò ferma a guardare, ho già querelato chi ha scritto il falso e sono certa che le indagini della magistratura faranno luce sulla regia di questa campagna diffamatoria, evidentemente studiata a tavolino da qualcuno. Andrò avanti con tutta me stessa per avere giustizia e verità. E tutto questo perché io sto con il M5S, perché ho sempre fatto miei i valori che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ci hanno trasmesso per sostenere questo splendido progetto di partecipazione”.

Non è da meno un altro dei leader pentastellati che negli ultimi tempi si è trovato in difficoltà. “E’ arrivato il momento di reagire! – ha dichiarato su Fb Luigi Di Maio, che guarda dritto alle elezioni, invocate a gran voce – Vogliono colpire il nostro entusiasmo e la nostra voglia di fare, ma non possiamo permetterglielo. Lo fanno perché siamo gli unici che possono ambire al 40%. Allora io da oggi non voglio perdere più tempo a difendermi da accuse fasulle e nei prossimi mesi voglio girare l’Italia. Questo è il momento di svegliarsi. Io voglio andare a votare perché abbiamo una ricetta per il Paese. Non possiamo più essere ostaggio del Pd”. Di Maio tenta di ributtare la palla degli scandali nel campo dei “signori del Pd”: “Mentre combattono le loro battaglie interne ci intimidiscono inventando balle sul Movimento 5 Stelle e sui nostri sindaci” accusa.

Di Maio insiste con le elezioni anticipate: “Vogliamo andare al voto, poi il Pd si combatterà le sue battaglie ma fuori dalle istituzioni: non sopporto vedere il partito di governo che le utilizza per fare le sue battaglie interne tra Emiliano, D’Alema e Renzi. Ci facciano andare a votare, noi abbiamo una ricetta per il Paese. Poi si prendano pure le loro percentuali da prefisso telefonico e, dall’opposizione, si prenderanno tutto il tempo per combattersi tra di loro”.

E il capitolo Roma, con le vicende giudiziarie, le polemiche e i guai infiniti di una città in ginocchio? Di Maio afferma che “presto saremo orgogliosi anche dell’operato di Roma perché ci vuole tempo per rimettere in piedi una città con 20 miliardi di euro di buco di bilancio e con un funzionario indagato ogni quattro e in cui ogni volta che ti muovi rischi di cadere in un tranello”. Un ritornello purtroppo ripetuto all’infinito: la colpa è sempre di qualcun altro, mai dell’incapacità di un’amministrazione che da otto mesi ha collezionato solo brutte figure.