Mara Carfagna minacciata di morte su Facebook

Nella “civilissima” Italia, insultare (se non picchiare e uccidere) le donne sembra essere diventato il nuovo sport nazionale. Nella rete delle offese e delle minacce di morte è caduta anche Mara Carfagna, già Ministro delle pari opportunità durante il Governo Berlusconi. L’attuale portavoce del Gruppo “Popolo della Libertà – Berlusconi presidente” fu anche la principale promotrice della legge introdotta dal decreto Maroni (articolo 7), che istituisce il reato di stalking o “atti persecutori”.

La parlamentare è stata minacciata di morte su Facebook dai soliti anonimi dopo che aveva postato un messaggio contro il femminicidio, una delle piaghe più vergognose del Bel Paese. “Finirai anche tu due metri sotto un terreno“, ha scritto il persecutore. “Ieri Messina oggi Rimini, ieri il fuoco oggi l’acido”, aveva scritto la Carfagna sul proprio account social, commentando i recenti casi di cronaca che hanno avuto come vittime due giovani donne.

La parlamentare azzurra aveva anche invitato tutti a “mettere un freno a quella che sta diventando una vera e propria mattanza”, specificando: “La scia violenta contro le donne, giovanissime in questi due casi, non accenna a fermarsi, non accenna neanche a rallentare. 116 le donne morte nell’anno appena finito ed il fatto che questi ultimi due casi non siano sfociati in decessi non li rende meno gravi. Ylenia e la ragazza di 28 anni di Rimini resteranno segnate, nel corpo e nell’anima, a vita…”.

“Uno degli strumenti che abbiamo, oltre a quello legislativo, è potenziare i servizi sul territorio, i centri antiviolenza, le case rifugio e i centri d’ascolto. Al prezioso lavoro degli operatori territoriali andrebbe affiancata un’azione di comunicazione volta ad informare le donne che esiste chi le può aiutare e a tentare di sovvertire quel retaggio sociale che fa credere ad alcuni uomini di poter disporre della vita e della morte di una donna“.

Le ultime parole famose, verrebbe da dire, visto che il suo puntare il dito contro “alcuni uomini” non è passato inosservato. Oltre ai tanti messaggi di apprezzamento, infatti, la Carfagna ha ricevuto anche il commento choc: “Finirai anche tu due metri sotto un terreno”.

La minaccia non ha però intimorito la Carfagna che, in un secondo post, ha ribadito la sua posizione sul femminicidio: “La mia battaglia contro la barbarie e la violenza che continuano a colpire ancora troppe donne nel nostro Paese non si fermerà mai, perché mai mi rassegnerò all’idea che una donna possa ‘finire sotto terra’”. Coraggio da vendere, ma il solo coraggio (in questo come in moltissimi altri casi analoghi) non deve essere la sola contromossa: la legge, in primis, deve stare al fianco delle donne perseguitate. E il colpevole, chiunque esso sia, va scovato e punito.