LA POESIA VA IN METRO

Nel mondo attuale c’è un disperato bisogno di cultura. Non perché questa non sia accessibile ma perché, in qualche modo, il modus vivendi della nostra epoca tende a dimenticarne l’universalità, relegandone i contenuti a contesti chiusi, lontano dalla nostra quotidianità. Sarebbe bello aggiungere sprazzi di bellezza in contesti non convenzionali, anche i più semplici, i quali, però, fanno parte del nostro vivere, delle giornate che trascorriamo e dei gesti abituali che le caratterizzano, spesso automatici e, almeno apparentemente, privi di un valore reale.

Eppure, proprio in circostanze simili, a volte, possono trovare giusta linfa alcune idee, semplici ma efficaci, per tentare di riportare quella che chiamiamo “cultura” all’interno della nostra abituale routine: tra queste, l’iniziativa “Metro poetry”, proposta dall’associazione culturale torinese “Yowras young writers & storytellers” (nata nel 2012 e promotrice, negli anni, di numerose iniziative a sfondo poetico) ha centrato in pieno l’obiettivo, cavalcando l’idea di accompagnare l’attesa dei passeggeri della metropolitana di Torino, con la lettura dei versi di alcuni autori fra i più noti a livello mondiale. “Con qualche eccezione”, specificano, perché tra questi nomi ce ne sono di famosissimi e altri meno popolari ma, in fondo, quello che conta è la forma d’arte che essi veicolano e che, in qualche modo, tenta di riempire uno dei momenti forse “meno importanti” all’interno della nostra giornata.

“La nostra associazione non è nuova a iniziative ‘non convenzionali’ che hanno la poesia come protagonista”, spiega Nicoletta Fabrizio, presidente di Yowras. “Questa particolare proposta, è stata avanzata circa un anno fa, a seguito di tante altre esperienze da noi messe in atto, tra mostre ed eventi durante i Saloni Off 2014 e 2015, nel corso dei quali abbiamo realizzato la ‘Piazza della poesia’ a Pinerolo”. Il patrocinio delle principali istituzioni piemontesi, dalla città di Torino alla Regione Piemonte, oltre che la collaborazione del Gruppo torinese trasporti e di ben 4 case editrici (Adelphi, Giunti, Guanda e Newton compton) ha conferito giusta importanza all’idea dell’associazione, alimentando la consapevolezza che, in fondo, portare una piccola dose di cultura, inaspettata e in uno scenario del tutto inusuale, può essere facile, oltre che fare bene.

A pensarci bene, che sensazione si proverebbe se, mentre si aspetta l’agognato treno, dalle casse delle stazioni fuoriuscissero, al posto degli usuali spot pubblicitari, le musicali strofe di Pablo Neruda? O quelle tormentate e severe di Ugo Foscolo, oppure l’intima dolcezza dei versi di Emily Dickinson? In quei pochi minuti di sosta, meccanici fino a un momento prima, può agire una forza trainante e implicitamente dotata di bellezza, capace di isolare la mente dai pensieri quotidiani e proiettarla, anche solo per poco tempo, verso mondi lontani, accendendo (o forse ri-accendendo) quel desiderio di conoscenza che scaturirebbe qualora il treno arrivasse troppo presto, prima dell’explicit: “Nello sviluppare questa iniziativa abbiamo puntato sulla riconoscibilità – spiega ancora la presidente -, scegliendo perlopiù testi noti. Il nostro obiettivo, è accendere una scintilla di curiosità nelle persone, cercando di convincerle, una volta chiusi i portelli, ad andare a cercare quella poesia o quel poeta, per sapere come andrà a finire quello che stavano ascoltando”.

Sono oltre settanta i testi poetici proposti, scritti da diciannove diversi autori e interpretati da ben otto lettori, di diversa età ed esperienza i quali, attraverso le web radio che trasmettono sulle banchine della metro di Torino, prestano la loro voce ai vari Baudelaire, Rimbaud, Whitman, Prévert, Shakespeare e Pascoli, accompagnati da una breve parentesi musicale, sia all’inizio (assieme a titolo e autore) che alla fine della lettura.

Fare molto con poco, laddove il “poco” è rappresentato dall’immortale bellezza dei testi. Forse è questo il segreto del successo che, già dalle prime giornate di “messa in onda”, “Metro poetry” sta riscuotendo: “L’accoglienza è stata più che positiva. In particolare è il popolo dei social che esprime il suo gradimento per questi ‘frammenti a piede libero'”.

Alquanto significativa, anche la locandina sviluppata dagli organizzatori: seguendo le linee tracciate sulla mappatura della metropolitana torinese, è stato possibile, evidenziandone alcune, mettere in risalto il viso sorridente di una donna, con tanto di microfono. Perché la poesia è arte, certo, ma in fondo è anche vita.