Carne rossa? No grazie, io mangio insetti

Negli ultimi mesi non si è parlato d’altro: carni rosse, carni lavorate e cancerogenicità. L’OMS – l’organizzazione mondiale della sanità – ha stabilito che le carni che subiscono lavorazione o processi di conservazione rientrano nel gruppo 1: alimenti cancerogeni, alla pari dei raggi ultravioletti del sole, fumo e alcol. E quindi è scattato l’allarmismo: abbandonare il consumo di carne rossa. Praticamente, come se dicessimo: non passeggiare più al sole perché i suoi raggi sono cancerogeni, oppure rinunciate al bicchiere di vino rosso perché l’alcol è cancerogeno.

Ancora una volta, stiamo attenti a colpevolizzare una fonte alimentare e assicuriamoci di assumere un alimento con la giusta frequenza: giornaliera (cereali integrali, frutta e verdura), settimanale (carni- pasce e derivati), mensile (dolci). Il cibo per l’uomo non è solo sopravvivenza ma convivialità, tradizione, radici e appartenenza.

Sebbene siano già diversi anni che i nutrizionisti sottolineano l’importanza di una dieta varia ed equilibrata ricca di fibre e soprattutto mediterranea, è ancora necessario ribadirlo. Intanto, il Consiglio Europeo ha da poco approvato l’inserimento sul mercato europeo di insetti, alghe e altri materiali prodotti in laboratorio a condizione che venga richiesta l’autorizzazione all’EFSA (Autorità Europea Per la sicurezza Alimentare).

In alcuni Paesi europei come il Belgio è già consentito il consumo umano di
insetti. Spiedini a base di cavallette, formiche, termiti, tarantole, grilli e coleotteri potrebbero sostituire snack e secondi piatti. In alcune zone della terra gli insetti rappresentano un cibo di ampio consumo. Naturalmente, stiamo parlando di un cibo sostenibile, così come EXPO ci insegna, per l’intera umanità e per l’ambiente:
rispetto agli allevamenti bovini, suini o ovini il consumo di risorse idriche e alimentari (mangimi e foraggi) sarebbe davvero irrisorio per una produzione- allevamento massiva di insetti. Gli insetti, dal punto di vista nutrizionale, contengono proteine ad alto valore biologico, sali minerali e vitamine. Cambiamenti, dunque, che, in potenza sicuramente apriranno le porte a scenari per ora futuristici, sebbene realistici di novel food
tutti da scoprire.

A cura della dott.ssa Giuseppina Orefice, biologa e nutrizionista