La “danza della misericordia” dei detenuti, nel nome del Pontefice

Si è svolto nella mattinata del 1° dicembre, presso la Casa circondariale “Costantino Satta” di Ferrara, il primo flash mob danzante organizzato in un carcere maschile. In un clima di allegria e a tempo di musica, alcuni detenuti, di diverse nazionalità e religioni, si sono uniti in un’unica coreografia multietnica, indossando delle maglie bianche con la scritta “Pope is pop”. L’evento, infatti, è stato dedicato a Papa Francesco e al suo quotidiano impegno verso gli emarginati e le periferie, geografiche e spirituali, in un mondo dominato dall’intolleranza e dalla diffidenza verso l’altro.

Sotto la guida di Igor Nogarotto, ideatore del progetto e autore del testo musicale, e di Roberta Micci, coreografa, oltre 50 persone, di ogni età, hanno preso parte all’evento, regalando (e regalandosi) una giornata diversa dalle altre, indirizzata dal ritmo e dal coinvolgimento emotivo delle note, senza barriere né distinzione di sorta. Tutti insieme, a passo di danza e nel nome di quella misericordia che, il Santo Padre, continua ogni giorno a invocare, soprattutto ora, all’indomani dell’appena concluso Giubileo.

Ed è stato proprio il Pontefice (peraltro invitato a partecipare al flash mob), con il suo messaggio di speranza, a rappresentare il fulcro vitale di questa iniziativa, toccando indifferentemente ogni cuore pronto a prestare ascolto. Tanti e diversi, infatti, i volti che, per alcuni minuti, hanno offerto un sorriso, dapprima timido e un po’ imbarazzato, poi spensierato e allegro, contagioso. Tutti, dal personale del penitenziario ai dirigenti, si sono impegnati affinché tutto riuscisse nel migliore dei modi. In fondo, è attraverso la sperimentazione di progetti come questo che risulta possibile intraprendere un percorso di rieducazione che sia davvero efficace: unire e coinvolgere storie e percorsi di vita diversi in un’unica strada di redenzione, in attesa di una nuova possibilità. Del resto, questa è la prerogativa che, da sempre, contraddistingue il carcere ferrarese il quale, per i suoi circa 350 detenuti, organizza numerosi percorsi di studio e attività di laboratorio.

La realizzazione della coreografia, chiude simbolicamente il Giubileo della Misericordia. Lo scorso anno, presso la Casa circondariale femminile di Rebibbia, fu un evento simile a salutare l’inizio dell’Anno santo. Segno inequivocabile di come l’appello alla fratellanza invocato dal Papa sia riuscito ad attraversare anche le barriere, troppo spesso impenetrabili, della realtà carceraria. “Pope is pop”, in fondo, come spiegato da Nogarotto nella conferenza di presentazione, “è una preghiera laica e multietnica, per ringraziare un Papa che è al servizio della gente”.