Cinquant’anni in missione: suor Marie Alleyrat insignita della Légion d’honneur

Il titolo di “Chevalier de la légion d’honneur”, una delle più alte onorificenze concesse dalla Repubblica francese, è stato conferito a suor Marie Alleyrat, appartenente alla Congregazione delle suore della Divina provvidenza di Saint Jean de Bassel. Un riconoscimento per il suo pluridecennale impegno al servizio dei malati e dei più bisognosi, presso diverse strutture sanitarie nello Stato del Madagascar.

La religiosa, ottantenne, è responsabile dell’ambulatorio del villaggio di Ilena, un piccolo centro medico dove svolge la sua missione dal 2006. Dieci anni di una vita interamente dedicata all’assistenza degli indigenti africani e dei pazienti affetti da lebbra. Come riportato dall‘Agenzia Fides, suor Marie, in precedenza, aveva messo a disposizione le sue competenze (dal 1969 al 2000) presso la diocesi di Ambanja, all’interno del lebbrosario di Alalava; dal 2000 al 2006, invece, si era dedicata al sostegno dei ricoverati nel centro medico Ecar di Mahasoabe, sempre sul territorio dello Stato insulare.

Complessivamente quarantasette anni di missione, durante i quali, giorno dopo giorno, ha consacrato se stessa agli altri, perseverando nel suo impegno medico e spirituale, a stretto contatto con le cosiddette periferie del mondo. Eppure, anche se lontana, il suo Paese non si è dimenticato di lei: “Con questa cerimonia – ha spiegato a Fides il padre missionario Albert Rainiherinoro, M.I. -, lo Stato francese ha riconosciuto il suo contributo al servizio dei più poveri e alla diffusione della Francia all’estero, con i suoi valori umanistici. Lei ha accettato di ricevere questa onorificenza in segno di riconoscenza verso i suoi amici francesi che si sono dati da fare per fargliela avere. Lei, in realtà, non ama mostrarsi. Preferisce lavorare nel silenzio”.

Sono tanti gli operatori umanitari, i medici missionari e, ancor di più, i volontari i quali, come suor Marie, sono animati da un vitale bisogno di offrire la propria assistenza ai meno fortunati. E anche loro, come lei, compiono la loro opera lontano dagli occhi del mondo, scegliendo di prodigarsi in un impegno più alto della semplice riconoscenza personale. Per questo, in qualche modo, la prestigiosa carica conferita a Suor Marie, può essere considerata un segno di gratitudine anche verso di loro.