Clima rovente: il 2016 sarà l’anno più caldo della storia

Il 2016 rischia diventare l’anno più caldo della storia della Terra. L’allarme arriva dall’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite (Wmo). “E’ molto probabile che il 2016 sarà l’anno più caldo di tutti quelli registrati con temperature di 1,2 gradi sopra i livelli pre-industriali e 0,88 gradi sopra il periodo 1961-1990” si legge nella nota diffusa a Marrakech, durante la conferenza dell’Onu sul Clima (Cop22), in Marocco. La previsione per il 2016 è contenuta nel rapporto preliminare di uno studio che sarà pubblicato solo nel 2017.

Peggio del 2015

“Un altro anno. Un altro record – ha commentato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas -. Le alte temperature che abbiamo visto nel 2015 si avviano ad essere superate nel 2016″. In alcune parte della Russia Artica, ha proseguito, “le temperature sono dai 6 ai 7 gradi sopra la media di lungo periodo. Molte altre regioni artiche e sub-artiche in Russia, Alaska e nel nordovest del Canada erano almeno 3 gradi sopra la media. Eravamo abituati a misurare le temperature da record in frazioni di gradi, ma questa è un’altra cosa”. Per Talaas “a causa del cambiamento climatico, la frequenza e l’impatto degli eventi estremi sono aumentati. Le ondate di calore e le inondazioni che una volta avvenivano una volta a generazione, stanno diventando più regolari. L’aumento del livello dei mari ha aumentato l’esposizione alle tempeste associate ai cicloni tropicali”.

Le cause

Due la cause principali, una naturale, l’altra artificiale. La prima è il Nino, cioè il fenomeno climatico periodico che in media ogni 5 anni provoca un forte surriscaldamento dell’Oceano Pacifico Centro Meridionale e Orientale. La seconda è l’inquinamento atmosferico. L’immissione di gas nocivi nell’aria nel tempo ha generato, infatti, il cosiddetto effetto serra, capace di alzare le temperature globali con grave pregiudizio dell’ecosistema. Su questo i leader mondiali, dopo il Cop21 di Parigi dello scorso anno, stanno discutendo in Marocco. “A causa del cambiamento climatico, la frequenza e l’impatto di eventi estremi è aumentato” ha spiegato Talaas.

Disastri naturali

A tal proposito un rapporto della Banca Mondiale e del Fondo mondiale per la riduzione dei disastri e recupero (Gfdrr) ha quantificato le conseguenze umane ed economiche dei fenomeni meteorologici: i disastri naturali sono molto più devastanti di quanto non si pensasse, causano un danno economico di circa 520 miliardi di dollari e trascinano 26 milioni di persone in povertà. “I gravi eventi climatici ci fanno arretrare di decenni nei progressi sulla povertà – ha detto Jim Yong Kim, presidente della Banca mondiale -. Tempeste, inondazioni e siccità severe si ripercuotono sull’umanità e sull’economia generale, ma sicuramente il prezzo più alto lo pagano i più poveri”.

Lo studio, realizzato tenendo sotto controllo 117 paesi, dimostra che l’impatto è molto più grave di quanto stimato in precedenza. Le ricadute sull’infanzia sono dirette: “quando le popolazioni sono già al limite della sopravvivenza, e vengono ulteriormente colpite da una catastrofe naturale, è chiaro che sono costrette a misure estreme, come togliere i bambini da scuola e mandarli a lavorare”, ha aggiunto Stephane Hallegatte, economista, tra gli autori della ricerca.

Allarme

Alla Conferenza Onu sul clima la ricerca ha destato scalpore, spingendo ulteriormente l’urgenza di agire e subito, secondo l’agenda di Marrakech. L’obiettivo è quello di ottenere 100 miliardi di dollari di fondi annui per finanziare la lotta contro i cambiamenti climatici, in particolare predisponendo un sistema di allerta, migliorando l’accesso al credito e alle assicurazioni. Tutte iniziative che assicurano gli studiosi della Banca mondiale possono ridurre del 20% l’impatto globale delle catastrofi.