Il funzionario cinese Meng Hongwei eletto a capo dell’Interpol

Cambio ai vertici dell’Interpol: il viceministro per la Sicurezza pubblica cinese, Meng Hongwei, è stato eletto nuovo presidente dell’Interpol, l’Organizzazione internazionale della polizia criminale. A stabilirlo, l’assemblea generale della sicurezza internazionale, riunitasi a Bali, in Indonesia, dal 7 al 10 novembre e incentrata, in particolar modo, sulla cooperazione per l’adozione di contromisure contro il terrorismo e militanti del sedicente Stato Islamico. Hongwei andrà a sostituire il presidente uscente, la francese Mireille Ballestrazzi e sarà il primo cinese a ricoprire la carica. Stando a quanto twittato dalla stessa Interpol, il russo Alexander Prokopchuk, a capo dell’ufficio nazionale dell’Organizzazione a Mosca, è stato eletto vicepresidente.

Hongwei in precedenza ricopriva il ruolo di Direttore della Polizia marittima cinese e dell’Amministrazione statale oceanica. La sua elezione va a confermare la rapidità di ascesa sul piano delle potenze internazionali della Cina, la quale potrà godere di un ulteriore riconoscimento con la nomina di un suo funzionario a capo della seconda più vasta organizzazione mondiale dopo l’Onu.

Tuttavia non manca chi ha manifestato più di un dubbio su questa nomina. A esprimersi, in particolare, è stata l’organizzazione Amnesty International. Secondo quanto riferito al The Guardian dal Responsabile per l’Asia orientale, Nicholas Bequelin, la forza di polizia cinese di cui Hongwei era il capo risulterebbe  nota per casi di violazione dei diritti umani. A ciò si aggiunge il rischio della possibilità di utilizzo delle “comunicazioni rosse” per il rafforzamento della politica contro contro i dissidenti politici in patria. Circostanza tuttavia non consentita dalla stessa Costituzione dell’Interpol che ne prevede la neutralità (art. 3).

Il nuovo presidente resterà in carica per 4 anni, durante i quali guiderà il Comitato esecutivo e supervisionerà i lavori e le attuazioni messe in atto dall’assemblea generale.