Tragedia durante un’amichevole: l’arbitro lo espelle e lui lo uccide

Mens sana in corpore sano“, diceva un noto detto latino. Peccato che il detto non valga anche al contrario: un corpo in forma non equivale necessariamente ad avere la testa a posto. Lo dimostra la tragedia avvenuta durante una banale partita di calcio – con presenti tra gli spalti anche famiglie e bambini – avvenuta recentemente in Messico. Durante un torneo “amichevole” – si fa per dire – tra le squadre del Canarios e del Lindavista, nella città di Tulacingo (nello stato di Hidalgo), l’arbitro è stato ammazzato da uno dei giocatori.

Il motivo? Il direttore di gioco il 59enne Victor Trejo, aveva osato espellere il giocatore, un attaccante identificato come Ruben Rivera Vazquez, che ha reagito al cartellino rosso con una violenza assurda. L’atleta, si legge sul Criterio di Hidalgo, ha sferrato una testata che ha fatto crollare il direttore di gara al suolo. I soccorsi intervenuti sul posto hanno trasferito l’arbitro in ospedale dove, però, è deceduto poco dopo per un’emorragia subaracnoidea.

Quando l’attaccante si è reso conto delle conseguenze del proprio gesto, è scappato a bordo di un’auto, ma è stato fermato e arrestato per omicidio dagli agenti della Polizia messicana. Gli altri calciatori, interdetti dall’accaduto, hanno invece collaborato con le forze dell’ordine fornendo immediatamente le generalità del fuggitivo.

“Siamo esposti – ha commentato il decesso Alejandro Monzalvo, responsabile del settore arbitrale di Pachuca –. Se un giocatore va fuori di testa e si lascia andare alla violenza, non c’è nessuno che possa fermarlo o intervenire”. “L’importante è partecipare”; ma purtroppo non tutti la pensano così.