Mosul, peshmerga sferrano l’attaccano a Bashiqa

I peshmerga, le milizie curde irachene, hanno sferrato un’offensiva per cercare di strappare all’Isis la città di Bashiqa, situata a soli 13 chilometri a nord-est dalla periferia di Mosul. L’attacco rientra nell’ambito dell’offensiva lealista per riconquistare la “capitale” del sedicente stato islamico in Iraq. La televisione curda Rudaw ha reso noto che i l’esercito è riuscito ad entrare in alcuni quartieri della cittadina, dove attualmente sono in corso combattimenti con il sostegno dei bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa.

A Bashiqa, secondo i comandanti curdi, non ci sono più civili ma soltanto poche decine di jihadisti che cercano di resistere in tutti i modi all’offensiva. Cinque kamikaze si sono fatti esplodere a bordo di autobomba nei pressi delle postazioni curde, tuttavia senza provocare vittime. A collaborare all’attacco anche alcuni miliziani sunniti anti-isis (il cui campo base sorge a pochi chilometri dalla cittadina), da oltre un anno addestrati da militari turchi. Nel frattempo, come riportano i media locali, i membri del Califfato hanno incendiato 19 campi petroliferi, sprigionando una vasta nube tossica sopra Mosul e le altre città irachene vicine.

Inoltre, sono almeno tre i raid aerei della Coalizione anti-Isis, guidata dagli Usa, quelli eseguiti nelle ultime ore su Raqqa, roccaforte jihadista nel nord della Siria, all’indomani dell’annuncio delle forze curdo-siriane, sostenute dagli Stati Uniti, di voler intraprendere un’offensiva per “liberare” la città. A riferirlo è un gruppo di attivisti del “Raqqa è massacrata in silenzio”, che hanno contatti con alcuni dei loro colleghi nella città. Ma al momento non si hanno notizie di vittime tra miliziani jihadisti e civili.

Nei due anni e tre mesi trascorsi dall’inizio di Inherent Resolve, l’offensiva contro il sedicente stato islamico, sono stati effettuati 15.959 raid in Iraq e in Siria, in cui hanno perso la vita 1749 civili. A questi vanno aggiunte le 2.700 vittime dei raid russi. Sono gli ultimi numeri contenuti in un video e rilasciati dalla Difesa statunitense e dall’Osservatorio siriano sui diritti umani, secondo cui dall’8 agosto 2014 la coalizione di 63 Paesi ha colpito 31.900 obiettivi, tra cui 7.948 edifici. A bombardare sono stati quattro volte su cinque gli aerei statunitensi.

L’offensiva contro il Califfato costa 12,3 milioni di dollari al giorno. In totale il costo delle operazioni si aggira intorno ai 9 miliardi di dollari. I Paesi che hanno partecipato direttamente alle operazioni sono Australia, Belgio, Danimarca, Canada, Giordania, Bahrein, Turchia, Arabia Saudita, Emirati arabi, Olanda, Francia e Regno Unito. L’Italia, che si è unita a Inherent Resolve il 17 ottobre 2014, non combatte sul campo ma addestra i peshmerga curdi e la polizia irachena a Baghdad, oltre ad occuparsi di perlustrazioni. Dei 1400 soldati italiani, 470 presidiano la Diga di Mosul.