Save the Children, il nuovo rapporto: “Infanzia rubata a 700 milioni di bambini”

Oggi si celebra nel mondo la Giornata Internazionale dei bambini. Per l’occasione, Save the Children ha reso pubblico il primo Indice globale sull’infanzia negata nel mondo, contenuto nel nuovo rapporto “Infanzia rubata”.

Il dossier

Il rapporto ha preso in considerazione 172 Paesi al mondo. Il quadro che ne emerge è impietoso: nel mondo ci sono 700 milioni di minori (vale a dire uno su quattro) ai quali è negato il diritto ad essere bambino. lavoro minorile, guerre, fame, malattie ma anche i matrimoni precoci sono le piaghe che minano il loro futuro.

“È inaccettabile che nel 2017 milioni di bambini in tutto il mondo continuino ad essere privati della propria infanzia e del loro diritto di essere al sicuro, di crescere, imparare e giocare – afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children -. Dobbiamo e possiamo fare di più per garantire un futuro migliore, fino all’ultimo bambino”.

L’infanzia rubata

Secondo Save the Children, 263 milioni di minori nel mondo, 1 su 6, non vanno a scuola, mentre 168 milioni (più di tutti i bambini che vivono in Europa) sono coinvolti in varie forme di lavoro minorile, tra cui lavori pericolosi o pesanti che mettono gravemente a rischio la loro incolumità fisica e psicologica. Sei milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie facilmente curabili, come polmonite, diarrea e malaria, prima di aver compiuto i 5 anni, mentre sono 156 milioni i bambini con meno di 5 anni colpiti da forme di malnutrizione acuta che ne compromettono seriamente la crescita.

Circa 28 milioni di bambini, 1 su 80, sottolinea ancora il rapporto, sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per fuggire da guerre e persecuzioni. Nel solo 2015 sono stati assassinati nel mondo più di 75.000 bambini e ragazzi di meno di 20 anni di età, più di 200 al giorno. Sono 15 milioni, inoltre, le ragazze che ogni anno si sposano prima dei 18 anni, spesso con uomini molto più grandi di loro. Quattro milioni di loro si sposano prima di aver compiuto 15 anni, una ogni 7 secondi, con impatti devastanti sulla loro salute e sulle loro opportunità future. Ogni 2 secondi una ragazza con meno di 19 anni partorisce nel mondo, per un totale annuo di 17 milioni.

La classifica: dalla Norvegia al Niger

Nella ‘lista nera’ dei Paesi dove i bambini vivono peggio, al primo posto c’è il Niger, seguito altre 4 nazioni centroafricane: Angola, Mali, Repubblica Centrafricana e Somalia. Tre paesi europei (Norvegia, Slovenia e Finlandia) si rivelano invece quelli dove i minori sono maggiormente tutelati.

Segnali di speranza

“Anche se la maggior parte dei Paesi in cui è molto complicato essere bambini sono in Africa centrale e occidentale non possiamo non tener conto dei progressi e dei segnali di speranza che si sono registrati negli ultimi anni. Dal 1990, per esempio, in questa regione del continente africano le morti dei bambini sotto i cinque anni si sono dimezzate: un risultato che dimostra l’importanza di continuare a investire sulla salute e sul benessere dei minori. Nel 2015, i leader mondiali si sono impegnati a garantire a tutti i bambini, entro il 2030, il diritto alla salute, alla protezione e all’educazione, a prescindere da chi sono e dove vivono. Si tratta indubbiamente di un obiettivo molto ambizioso – conclude Neri – ma che deve essere raggiunto e i governi dovranno impegnarsi per assicurare a tutti i bambini l’infanzia che meritano”.

L’Italia

Più che positivo il risultato dell’Italia che si classifica al nono posto su 172 paesi, riuscendo anche meglio di Germania e Belgio, al decimo posto a pari merito con Cipro e Corea del Sud; Il Bel Paese è stato superato – oltre che dalle prime tre nazioni in classifica – anche da Olanda, Svezia, Portogallo, Irlanda e Islanda.