Il Santo Padre riceve i Pallottini: “Oggi troppi cuori induriti e volti senza pietà”

“Il mistero della paternità di Dio, che apre ad ogni uomo, mediante l’opera del Figlio, il suo cuore pieno di amore e di compassione, acquista un particolare significato nei nostri tempi”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo oggi in udienza i partecipanti al Capitolo generale della Società dell’Apostolato Cattolico (Pallottini). “Vincenzo Pallotti ebbe il dono di riconoscere che Gesù è l’Apostolo del Padre, grande nell’amore e ricco di misericordia, è Colui che compie la sua missione rivelando a tutti il tenero amore e l’infinita misericordia del Padre”, ha esordito Bergoglio.

Poi il riferimento all’attualità: “Davanti ai nostri occhi scorrono ogni giorno scene di violenza, volti senza pietà, cuori induriti e desolati. Abbiamo tanto bisogno di ricordarci di quel Padre, il cui cuore pensa a tutti e vuole la salvezza di ogni uomo”. “Ogni membro della Famiglia Pallottina è chiamato a porre come fondamento della propria esistenza la persona di Cristo e la fedele sequela di lui”, la consegna del Papa ai Pallottini sulla scorta della centralità della misericordia. “Solo così potremo servire il nostro prossimo nella carità”, ha assicurato: “In qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio”.

“La chiamata all’apostolato non è riservata ad alcuni, ma è rivolta a tutti, qualunque sia il loro stato, la loro condizione, la loro professione, la loro fortuna, tutti possono farvi parte”, ha ricordato il Santo Padre: “L’Unione dell’Apostolato Cattolico, che è portatrice del carisma di san Vincenzo Pallotti, offre tanti spazi e apre nuovi orizzonti per partecipare alla missione della Chiesa. Per questo essa è chiamata a operare con rinnovato slancio per risvegliare la fede e riaccendere la carità, specialmente tra le fasce più deboli della popolazione, povere spiritualmente e materialmente. In questo, siete sostenuti dall’esempio di tanti vostri confratelli, autentici testimoni del Vangelo, che hanno dedicato la loro vita al servizio degli altri. Ne ho conosciuti anch’io durante il mio servizio pastorale in Argentina e di essi conservo grata memoria”.