UDIENZA A SAN PIETRO, L’APPELLO DEL PAPA PER LA PACE IN SIRIA

Papa Francesco ha rinnovato il suo accorato appello per Aleppo al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. “Il pensiero va ancora una volta all’amata e martoriata Siria. Continuano a giungermi notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni di Aleppo, alle quali mi sento unito nella sofferenza, attraverso la preghiera e la vicinanza spirituale – ha detto il Pontefice – Nell’esprimere profondo dolore e viva preoccupazione per quanto accade in questa già martoriata città, dove muoiono bambini, anziani, ammalati, giovani vecchi, tutti… rinnovo a tutti l’appello ad impegnarsi con tutte le forze nella protezione dei civili, quale obbligo imperativo ed urgente. Mi appello alla coscienza dei responsabili dei bombardamenti che dovranno dare conto davanti a Dio”.

Francesco ha svolto la sua catechesi sulle parole di perdono pronunciate da Gesù sulla Croce. Parole che “diventano un atto concreto nel perdono offerto al buon ladrone”. Il Pontefice ha sottolineato che “Gesù ci ha salvati rimanendo sulla croce. Lì si compie la sua donazione d’amore e scaturisce per sempre la nostra salvezza. Morendo in croce, innocente tra due criminali, Egli attesta che la salvezza di Dio può raggiungere qualunque uomo in qualunque condizione, anche la più negativa e dolorosa. Per questo il Giubileo è tempo di grazia e di misericordia per tutti, buoni e cattivi, quelli che sono in salute e quelli che soffrono. A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, dico: guardate il Crocifisso; Dio è con voi, rimane con voi sulla croce e a tutti si offre come Salvatore. Lasciate che la forza del Vangelo penetri nel vostro cuore e vi consoli, vi dia speranza e l’intima certezza che nessuno è escluso dal suo perdono”.

Commentando l’atteggiamento del buon ladrone, Francesco ha affermato che “le sue parole sono un meraviglioso modello di pentimento, una catechesi concentrata per imparare a chiedere perdono a Gesù”. Dunque “Gesù è lì sulla croce per stare con i colpevoli: attraverso questa vicinanza, Egli offre loro la salvezza. Ciò che è scandalo per i capi e per il primo ladrone, per l’altro invece è fondamento della sua fede. E così il buon ladrone diventa testimone della Grazia; l’impensabile è accaduto: Dio mi ha amato a tal punto che è morto sulla croce per me”. E ancora, il buon ladrone “chiede a Gesù di ricordarsi di lui. Quanta tenerezza in questa espressione, quanta umanità! E’ il bisogno dell’essere umano di non essere abbandonato, che Dio gli sia sempre vicino. In questo modo un condannato a morte diventa modello del cristiano che si affida a Gesù” che è davvero “il volto della misericordia del Padre”. Ed ha aggiunto: “E’ vero, era ladrone, era un ladro. Aveva rubato tutta la vita. Ma alla fine, pentito di quello che aveva fatto, guardando Gesù così buono e misericordioso è riuscito a rubarsi il cielo: è un bravo ladro, questo!”.

In una piazza San Pietro gremita, il Pontefice ha poi acceso una fiaccola “simbolo dell’amore delle famiglie di Roma e del mondo intero” per donarla alla delegazione della diocesi di Roma che ha organizzato la Settimana della famiglia in programma dal 2 all’8 ottobre e infine ha rivolto un pensiero “al gruppo di operai licenziati della Basilicata” auspicando “che la grave congiuntura occupazionale possa trovare una positiva soluzione mediante un incisivo impegno da parte di tutti per aprire vie di speranza: non può salire più la percentuale di disoccupazione”.