DAMASCO: “TREGUA FINITA, SABOTATA DAI RIBELLI”

Damasco sancisce la fine di ogni speranza di pace in Siria dopo 5 anni di guerra ininterrotta. Con un comunicato l’esercito governativo ha, infatti, ufficializzato lo stop della tregua in vigore da lunedì 9 settembre dopo il raggiungimento dell’intesa tra Russia e Stati Uniti. L’interruzione del cessate il fuoco arriva con largo anticipo rispetto alla scadenza, prevista per la mezzanotte.

Gelo Usa-Russia

Il regime di Bashar Al Assad punta il dito contro l’Esercito siriano di liberazione, accusato di aver sabotato l’accordo con reiterate violazioni della tregua. La notizia era nell’aria. Nelle ultime ore si erano, infatti, riaccesi gli scontri in numerosi regioni del Paese. “La situazione relativa al cessate il fuoco lascia molto a desiderare”, aveva sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Secondo Mosca l’unica parte che continuava a rispettare l’accordo era l’esercito siriano. Inoltre per la Russia era “senza senso” che Damasco continuasse a rispettare la tregua in Siria, visti che questa veniva “violata continuamente dai ribelli”. Considerato che “le condizioni alla base del cessate-il-fuoco non vengono rispettate – aveva spiegato il generale Sergei Rudskoy a un canale televisivo – riteniamo inutile che le forze governative vi si adeguino unilateralmente”.

L’accusa

Anche il presidente Assad aveva accusato gli Stati Uniti di aver messo in atto una “flagrante aggressione” alla Siria con il bombardamento delle postazioni militari di Damasco a Deir el-Zour, che il Pentagono aveva ammesso come un errore. Per Assad Washington “sostiene le organizzazioni terroriste” e ha agito “a beneficio” dell’Isis.

Aiuti umanitari

Resta da capire come, nello scenario che si andrà a delineare, verrà gestita la questione degli aiuti umanitari. Scopo della tregua era, tra gli altri, anche quello di agevolare l’arrivo di beni di prima necessità nelle zone più colpite dai combattimenti. Un convoglio composto da 45 camion di aiuti umanitari è entrato nella città assediata di Telbise, nella provincia centrale siriana di Homs. lA carovana, organizzata con l’Onu e con la Mezzaluna Rossa siriana, è destinato a 84.000 persone.