ISTAT: CRESCITA INTERROTTA, ECONOMIA DEBOLE NEI PROSSIMI MESI

“L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva del settore industriale”. Lo dice l’Istat nella nota mensile, sottolineando che “l’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dell’economia italiana”.

L’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane “è sceso sotto quota 100 per la prima volta dal febbraio 2015″, evidenzia l’Istituto di Statistica. Di positivo c’è che “gli indici di diffusione della crescita congiunturale dei settori della manifattura e dei servizi segnalano ancora una percentuale superiore al 50% di settori in espansione”, ma “la quota risulta in diminuzione rispetto ai trimestri precedenti”. A riguardo si ricorda la crescita zero registrata dal Pil italiano tra aprile e giugno, con un +0,8% tendenziale (dato quest’ultimo che, seppure positivo, risulta in frenata rispetto all’1% del primo trimestre).

Analizzando la fiducia dei consumatori, l’Istat evidenzia che “da gennaio l’indicatore ha perso circa 9 punti”. Un peggioramento su cui pesa anche la componente lavoro. Inoltre, aggiunge l’Istat, “lo scenario per i prossimi mesi non lascia ipotizzare recuperi significativi della dinamica dei prezzi”. Allargando lo sguardo oltre i confini italiani, l’Istat fa notare come a livello internazionale prosegua “la fase espansiva dell’economia statunitense mentre i paesi dell’area euro mostrano segnali di rallentamento nel secondo trimestre”.

“Si preannuncia un autunno nero per l’economia italiana” commenta il Codacons. “In arrivo mesi duri per la nostra economia, soprattutto sul fronte dei consumi, delle vendite e del commercio” spiega il presidente Carlo Rienzi. “Ancora una volta l’Istat certifica l’andamento negativo dell’Italia e una ripresa ferma che non rispetta nessuna previsione di crescita”. Di fronte a tutto ciò, continua l’associazione, “il Governo resta inerme, e continua ad elargire bonus in modo scriteriato senza però avviare una seria politica sul fronte della domanda interna”. Per Rienzi “serve una ‘terapia d’urto’, fatta di misure specifiche in grado di rilanciare e sostenere a lungo termine i consumi delle famiglie, perché proprio dalla spesa ferma partono i problemi dell’economia italiana”.