IL PAPA ALLA CANONIZZAZIONE DI MADRE TERESA: “NON ESISTE ALTERNATIVA ALLA CARITA'”

“Non esiste alternativa alla carità: quanti si pongono al servizio dei fratelli, benché non lo sappiano, sono coloro che amano Dio”. E’ quanto ha detto Papa Francesco durante l’omelia alla celebrazione per la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, la piccola suora che come abito scelse di indossare un sari bianco e azzurro, i colori della casta degli “intoccabili”, considerati gli ultimi tra gli ultimi in India.

Dopo la proclamazione della formula in latino con cui la “piccola matita nelle mani dio Dio” è stata inserita nell’albo dei santi, un fragoroso applauso è esploso in Piazza San Pietro, gremita da oltre 100mila fedeli e colorata dalle bandiere rosse e nere dell’Albania, terra che diede i natali alla religiosa.

“Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?”, si è chiesto Papa Francesco durante l’omelia spiegando che questo “interrogativo del Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, ci presenta la nostra vita come un mistero, la cui chiave di interpretazione non è in nostro possesso. I protagonisti della storia sono sempre due: Dio da una parte e gli uomini dall’altra. Il nostro compito è quello di percepire la chiamata di Dio e poi accogliere la sua volontà. Ma per accoglierla senza esitazione chiediamoci: quale è la volontà di Dio nella mia vita?”.

Ma la risposta a questo interrogativo, come spiega il Pontefice è contenuta all’interno dello stesso brano. “Gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito. Per verificare la chiamata di Dio, dobbiamo domandarci e capire che cosa piace a Lui. Tante volte i profeti annunciano che cosa è gradito al Signore. Il loro messaggio trova una mirabile sintesi nell’espressione: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’. A Dio è gradita ogni opera di misericordia, perché nel fratello che aiutiamo riconosciamo il volto di Dio che nessuno può vedere. Ogni volta che ci chiniamo sulle necessità dei fratelli, noi abbiamo dato da mangiare e da bere a Gesù; abbiamo vestito, sostenuto, e visitato il Figlio di Dio”.

Inoltre, Papa Francesco ha voluto sottolineare che ognuno di noi è chiamato a tradurre in concreto ciò che chiediamo e invochiamo nella preghiera e professiamo nella nostra fede. E, successivamente ha affermato che “non esiste alternativa alla carità”.  “La vita cristiana, tuttavia, non è un semplice aiuto che viene fornito nel momento del bisogno – ha sottolineato Francesco -. Se fosse così sarebbe certo un bel sentimento di umana solidarietà che suscita un beneficio immediato, ma sarebbe sterile perché senza radici. L’impegno che il Signore chiede, al contrario, è quello di una vocazione alla carità con la quale ogni discepolo di Cristo mette al suo servizio la propria vita, per crescere ogni giorno nell’amore”.

“Abbiamo ascoltato nel Vangelo che: ‘una folla numerosa andava con Gesù’. Oggi quella ‘folla numerosa’ è rappresentata dal vasto mondo del volontariato, qui convenuto in occasione del Giubileo della Misericordia. Voi siete quella folla che segue il Maestro e che rende visibile il suo amore concreto per ogni persona – ha detto il Pontefice -. Vi ripeto le parole dell’apostolo Paolo: ‘La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua’ (Fm 7). Quanti cuori i volontari confortano! Quante mani sostengono; quante lacrime asciugano; quanto amore è riversato nel servizio nascosto, umile e disinteressato! Questo lodevole servizio dà voce alla fede ed esprime la misericordia del Padre che si fa vicino a quanti sono nel bisogno”.

“Madre Teresa, in tutta la sua esistenza, è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata – ha detto il Pontefice -. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che ‘chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero’. Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il ‘sale’ che dava sapore a ogni sua opera, e la ‘luce’ che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza”.

“La sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie esistenziali permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri. Oggi consegno questa emblematica figura di donna e di consacrata a tutto il mondo del volontariato: lei sia il vostro modello di santità! – ha concluso la sua omelia Papa Francesco -. Questa instancabile operatrice di misericordia ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione. Madre Teresa amava dire: ‘Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere’. Portiamo nel cuore il suo sorriso e doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono. Apriremo così orizzonti di gioia e di speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza.