L’estate del burkini

Bukini sì o burkini no? Questa diatriba mi ha fatto ricordare gli anni del “comune senso del pudore “. Qualcuno si chiederà cos’è . Negli anni 70/80 uscivano dei cartelloni pubblicitari per film osé, ovvero erotici, dove l’erotismo veniva espresso con foto dei fondoschiena nudi . La polizia femminile prima (del 1981) e la Squadra Mobile poi, in sostanza , apponevano delle mutandine di carta alle nudità ritenute oscene e comunque contrarie “al comune senso del pudore”. Anni quelli in cui il delitto d’onore e la violenza riparatrice venivano finalmente abrogati (5 settembre 1981).

Tanto, ci volle, per cancellare infamità del “delitto d’onore” ma anche del “matrimonio riparatore” in Italia. Fu il Parlamento Italiano ad abrogare la “rilevanza penale della causa d’onore”, una disposizione tremenda, retriva e umiliante specialmente per le donne che ne erano le prime vittime. Si trattava di un “residuo legislativo” del Codice Rocco (anni Venti), in vigore dal Fascismo, e in forte contraddizione con il Nuovo Diritto di famiglia e il divorzio, vigenti da tempo nella legislazione italiana.

Oggi, la vicenda del burkini: dal troppo nudo al troppo coperto. La cosa farebbe solo ridere, se non ci fossero implicazioni politiche e se il Paese della Liberté, Égalité, Fraternité (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) celebre motto risalente all’epoca della Rivoluzione francese, non avesse deciso di far comminare alle donne “troppo vestite ” in spiaggia, da parte della gendarmerie, pesanti contravvenzioni.

Qualcuno le vorrebbe applicate anche in Italia e il nostro Ministro Alfano, più preoccupato dal terrorismo che dai paludamenti neri sulle spiagge, bene ha fatto – secondo me – a passare la mano . Io credo che gli italiani, dopo un’estate segnata da numerosi sversamenti sulle spiagge , gli aeroporti e i porti supervigilati , un’economia traballante con previsioni di un inverno ancor più nero di quelli passati, pensino poco al “burkini”.