140 MIGRANTI SCAPPANO DA VENTIMIGLIA. SALVINI: “SE NE TORNINO A CASA A NUOTO”

Tafferugli ieri a Ventimiglia, in provincia di Imperia (in Liguria) dove un corposo gruppo di migranti ha inscenato una protesta lungo il confine italo-francese. Gli extracomunitari hanno camminato di notte lungo la ferrovia per raggiungere il mare; un giovane ha anche rischiato la vita quando un treno, passando, l’ha mancato di poco. Il ragazzo è rimasto lievemente ferito ed è stato subito soccorso dai medici del 118 che lo hanno trasferito all’ospedale di Bordighera per accertamenti.

I migranti, circa 140 migranti, dopo aver lasciato il campo di temporanea accoglienza gestito dalla croce rossa e essere arrivati alla ‘pinetina’ posta a pochi metri dal confine di Stato – zona peraltro già sgomberata con un blitz dalla polizia nel giugno e nell’ottobre 2015 – hanno raggiunto la Francia a nuoto. Il gruppo è riuscito ad aggirare il blocco formato dalle forze dell’ordine italiane e francesi. La giornata si è conclusa, per circa 120 di loro, con il ritorno forzato in Italia su due pullman. Per gli altri 20, sono scattate le ricerche delle forze di polizia d’oltralpe.

Immediata la reazione del mondo politico. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha detto: “Si facessero un bagnetto, si rinfrescassero le idee e se ne tornino a casa a nuoto, se non si trovano bene”. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha denunciato che Ventimiglia “sta vivendo una nuova estate di emergenza” e ha chiesto l’intervento del Governo: “È ormai di tutta evidenza che le misure prese dopo la visita del ministro Alfano al confine non stanno purtroppo funzionando”.

“Chiediamo – ha rincarato Toti – che il Governo intervenga con celerità e fermezza per risolvere questa tragica situazione che vede in Ventimiglia la punta dell’iceberg di un’emergenza intollerabile per la Liguria e per tutta Italia”. Il Ministro dell’interno aveva visitato il centro di accoglienza nella città di confine lo scorso 7 maggio. In quell’occasione, aveva detto che il centro migranti andava chiusa poiché “l’emergenza profughi era finita”.