IL PAPA, PRIMA DI RIPARTIRE: “ABBIATE MEMORIA E CORAGGIO”

“Non so se ci sarò a Panama, ma so che ci sarà Pietro, a darvi memoria, coraggio e speranza”. Con queste parole Papa Francesco si è congedato dai “suoi” giovani a Cracovia, i giovani di Gesù, che l’hanno seguito, nonostante la pioggia torrenziale che si è scatenata subito dopo la Celebrazione Eucaristica di questa mattina, nell’ultimo appuntamento pubblico, alla Tauron Arena, all’incontro con i benefattori delle Giornate Mondiali della Gioventù a Cracovia, prima di ripartire alla volta di Roma e Città del Vaticano.

Il Santo Padre ha lasciato il testo scritto, per comunicare “a tu per tu”, parlando a braccio in spagnolo. Ha ringraziato tutti coloro che si sono “lanciati in questa avventura con speranza”. Il volontariato, infatti, ha detto, è “un’avventura della generosità”. Poi, rivolgendosi a tutti i giovani, ha continuato: “Voi siete la speranza del futuro”. Lo ha ripetuto più volte, il Papa, che la gioventù è la speranza del futuro. “A due condizioni”, ha aggiunto. La prima, è “avere memoria: del proprio Paese, della propria storia, di un cammino, di quello che si è ricevuto dai genitori”. “Un giovane senza memoria non può essere speranza per il futuro”. E per mantenere “buona memoria”, il consiglio del Santo Padre è di “parlare con gli adulti, con i nonni”, per “ ricevere la torcia del nonno e della nonna”.

Promettete che per preparare Panama parlerete di più con i nonni?”, ha chiesto ai presenti Papa Francesco. “E se i nonni sono andati in cielo, parlate comunque con gli anziani: fate loro domande, loro sono la saggezza del popolo”. La seconda condizione è di “avere coraggio, essere coraggiosi, non spaventarsi” e “continuare a lottare, anche nelle peggiori condizioni”.

Per il presente, coraggio”, sono state le parole di Papa Bergoglio. “Se avrete coraggio, sarete la speranza del mondo”.

Un volontario ha parlato al posto del fratello Maciek, prematuramente scomparso per il cancro. “Oggi, al mio posto avrebbe dovuto parlare Maciek, il nostro grafico, ma il 2 luglio il Signore l’ha chiamato a sé dopo una lunga malattia”, ha raccontato. “Non so cosa Maciek avrebbe voluto dirci, ma so cosa mi ha insegnato: la fiducia”. E poi: “Pochi giorni prima di lasciarci, ha postato su Facebook queste parole, che mi hanno fortemente commosso: ‘Non importa quel che succederà: mi fido di Te’. Credo che ora Maciek si trovi in cielo, e perciò, come mi ha detto un sacerdote, si trova nella principale sede di comando delle Gmg”.

Nel pomeriggio, per quattro volte si era affacciato dalla finestra di Giovanni Paolo II, per salutare i ragazzi accalcati nella speranza di vederlo. “Molte grazie per la compagnia e per la calorosa accoglienza di questi giorni”, ha detto la quarta volta. “E ora, prima di andare via, voglio darvi la benedizione”. Poi, in spagnolo: “Vi prego, non dimenticate di pregare per me”.