GRAVITA’, ELABORATA LA PRIMA MAPPA DELL’UNIVERSO OSCURO

Dopo anni di studi e raccolta dati, è stata ottenuta la prima misura dell’energia oscura, un’ipotetica forma di energia non direttamente rilevabile, diffusa omogeneamente nello spazio. Si stima che rappresenti circa il 68% della massa energia dell’universo, la cui gran parte, circa il 95% comprendendo anche la materia oscura, sfuggirebbe attualmente ai metodi di rilevazione.

Inoltre, essendo caratterizzata da una pressione negativa, l’energia oscura è il modo più diffuso fra i cosmologi per spiegare l’espansione accelerata dell’universo: essa costituisce infatti un’importante componente del modello standard della cosmologia basato sul Big Bang. Le misure sono il risultato del progetto internazionale Boss (Baryon Oscillation Spectroscopic Survey), condotto nell’ambito del programma Sdss-III (Sloan Digital Sky Survey-III) e gli articoli sono pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

“Abbiamo trascorso cinque anni raccogliendo misure di 1,2 milioni di galassie, esplorando un quarto del cielo per ottenere la mappa della struttura dell’universo su un volume di 650 miliardi di anni luce cubi”, ha detto uno dei coordinatori della ricerca, Jeremy Tinker, dell’Università di New York. “Questa mappa – ha aggiunto – ci ha permesso di ottenere la migliore misura mai ottenuta del ruolo dell’energia oscura nell’espansione dell’universo”.

“Abbiamo ottenuto la più grande mappa dell’universo oscuro, che equivale al 95% dell’universo”, ha osservato l’astrofisico David Schlegel, del Lawrence Berkeley National Laboratory e responsabile del progetto Boss. “Nella mappa – ha aggiunto – possiamo vedere le galassie mentre vengono spinte verso altre galassie dalla forza della gravità esercitata dalla materia oscura”. In cosmologia con materia oscura si definisce un’ipotetica componente di materia che non è direttamente osservabile, in quanto (diversamente dalla materia conosciuta) non emette radiazione elettromagnetica e si manifesta unicamente attraverso gli effetti gravitazionali.

In base a diverse osservazioni sperimentali si ipotizza che la materia oscura costituisca la grandissima parte, quasi il 90%, della massa presente nell’universo. “I dati raccolti permetteranno di sottoporre a un nuovo esame la teoria della relatività di Albert Einstein su una scala cosmologica”, ha rilevato Shirley Ho, del Berkeley Lab e della Carnegie Mellon University.