MIGRANTI, L’OIM LANCIA L’ALLARME: “QUASI 3000 MORTI ANNEGATI DA INIZIO ANNO”

L’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) lancia l’allarme sui decessi di migranti. Da inizio anno, riferisce l’Oim da Ginevra, sono a quota 3mila i migranti e i rifugiati morti mentre cercavano di raggiungere l’Europa via mare. Per la precisione, il numero stimato di decessi è di 2.977, ma si tratta di un dato che non include il recupero di quasi due dozzine di cadaveri nelle ultime 48 ore. La soglia dei 3.000 potrebbe dunque essere raggiunta nelle prossime ore o giorni.

Fondata nel 1951, l’Oim è la principale Organizzazione Intergovernativa in ambito migratorio. Comprende 165 Stati Membri, 460 uffici nel mondo, oltre 6.690 unità di personale operativo in 2.000 progetti attivi. Lo scorso febbraio l’Oim e le agenzie delle Nazioni Unite hanno lanciato un appello congiunto per garantire più protezione a rifugiati e migranti, specie se minori.

“Da settembre 2015 – si legge nel comunicato stampa – in media due bambini al giorno hanno perso la vita in mare nel tentativo di attraversare con le loro famiglie il Mediterraneo orientale. Oim, Unhcr e Unicef confermano che il numero di bambini e adolescenti che perdono la vita nell’Egeo continua ad aumentare, e lanciano un appello affinché chi fugge da guerre e disperazione possa avere più facilmente accesso a forme di protezione”.

Il tratto del Mar Egeo che si estende fra la Turchia e la Grecia è una delle rotte più pericolose al mondo, che provoca più morti tra i rifugiati e migranti. Mari agitati durante l’inverno, imbarcazioni inadeguate e sovraccariche, mezzi di salvataggio insufficienti e inadatti aumentano il rischio di naufragi, rendendo il viaggio molto più pericoloso. Da settembre scorso – quando la morte di Aylan Kurdi ha attirato l’attenzione di tutto il mondo – più di 340 tra neonati e bambini sono annegati nel Mediterraneo orientale. Il numero totale di bambini morti potrebbe anche essere maggiore, dicono le Agenzie.

Considerando che i bambini rappresentano oggi il 36% delle persone in transito, la probabilità che anneghino nel Mar Egeo nella traversata dalla Turchia alla Grecia è aumentata proporzionalmente. Durante le prime sei settimane del 2016, 410 persone delle 80.000 che hanno attraversato il Mediterraneo orientale sono annegate. Si tratta di un aumento pari a 35 volte il numero di morti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

“Contare le perdite non è sufficiente. Dobbiamo agire” ha dichiarato William Lacy Swing, Direttore Generale dell’Oim a Ginevra. “Questo non è un problema solo del Mediterraneo, né solo dell’Europa. Ci troviamo davanti ad una catastrofe umanitaria che richiede l’impegno di tutto il mondo. Il terremoto di Haiti del 2010 non era una questione che riguardava solo un emisfero, né lo era lo tsunami in Asia sudorientale del 2004. Di fronte a quei disastri ci fu un’incredibile risposta umanitaria. Anche adesso c’è bisogno di una risposta di questo tipo”.