MANDELA DAY, IL MONDO RICORDA IL SIMBOLO DELLA LOTTA ALL’APARTHEID

Oggi è il Mandela Day, giornata di festa internazionale in ricordo del presidente sudafricano morto a Johannesburg il 5 dicembre 2013. La data del 18 luglio è stata scelta dalle Nazioni Unite nel novembre del 2009, proprio per ricordare il compleanno del leader anti-apartheid. Mandela infatti è nato Mvezo, un piccolo villaggio nel sud-est del Sudafrica, il 18 luglio 1918. Al momento dell’adozione della risoluzione Onu, presentata dall’ambasciatore sudafricano alle Nazioni Unite Baso Sangqu, il presidente di turno dell’Assemblea, Ali Treki, espresse la sua riconoscenza verso “un grande uomo” che ha sofferto per il bene di persone di ogni parte del globo. “Possiamo cambiare il mondo e farne un posto migliore. E’ nelle vostre mani fare la differenza”, diceva Mandela.

Già dalla prima edizione – nel 2010 – realizzata quando era ancora in vita, tanti sono stati gli eventi e gli appuntamenti per commemorare l’indimenticabile Madiba. Era questo il nomignolo attribuitogli dal suo clan di appartenenza, dell’etnia Xhosa. Mandela ha guidato la lotta contro il regime segregazionista e gettato le fondamenta per un Sudafrica libero, democratico e multirazziale.

Dopo aver seguito gli studi nelle scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza, Mandela nel 1944 entra nella politica attiva diventando membro dell’ANC (African National Congress) guidando per anni campagne pacifiche contro il cosiddetto “Apartheid”, ossia quel regime politico che favorisce, anche sul piano legale e giuridico, la segregazione dei negri rispetto ai bianchi.

Nel 1960, durante quello che è conosciuto “il mssaco di Shaperville”, il regime di Pretoria elimina volontariamente 69 militanti dell’Anc e successivamente mette al bando l’intera associazione. Mandela fortunatemante riesce a scampare al massacro. Dopo essere fuggito, riesce a riunirsi con gli altri esponenti dell’Anc rimasti in vita e forma una frangia militarista – la Umkhonto we sizwe (Lancia della Nazione), abbreviato Mk – che come obiettivo quello di rovesciare il regime e difendere i diritti con le armi.

Mandela viene arrestato nel 1963 per essere uscito dal Paese senza permesso e viene condannato a cinque anni di reclusione e ai lavori forzati. L’anno successivo altri membri della Mk vengono arrestati e processati per alto tradimento. Mandela, coinvolto in questo processo con l’accusa di aver complottato per rovesciare il governo con la forza, viene condannato all’ergastolo il 12 giugno 1964 e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Robben Island, al largo di Città del Capo.

Ha trascorso 27 anni nelle carceri del suo Paese, con l’accusa di alto tradimento, insieme ad altri attivisti dell’African National Congress. “Non c’è nessuna strada facile per la libertà!”, scriveva nel lungo periodo della sua detenzione. Nel 1990 su pressioni internazionali e in seguito al mancato appoggio degli Stati Uniti al regime segregazionista, Nelson Mandela viene liberato.

Nel 1991 è eletto presidente dell’Anc, movimento africano per la lotta all’apartheid. Nel 1993 è insignito del premio Nobel per la pace insieme al suo predecessore nella leadership del Sudafrica, Frederik Willem de Klerk.

Nel 1994, durante le prime elezioni libere del suo paese (le prime elezioni in cui potevano partecipare anche i neri), viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo. Resterà in carica fino al 1998.

Durante la sua presidenza, Mandela ha dovuto combattere anche un’altra battaglia. Trentanove case farmaceutiche intentarono un processo a Nelson Mandela portandolo in tribunale. L’accusa era quella di aver promulgato nel 1997 il “Medical Act”, una legge che permetteva al Governo del Sud Africa di importare e produrre medicinali per la cura dell’Aids a prezzi sostenibili. A causa delle proteste internazionali che tale causa ha sollevato, le suddette multinazionali hanno poi deciso di desistere dal proseguire la battaglia legale.

Nel giugno 2004, all’età di 85 anni, ha annunciato il suo ritiro dalla vita pubblica per passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia. Il 23 luglio dello stesso anno, con una cerimonia tenutasi a Orlando (Soweto), la città di Johannesburg gli ha conferito la più alta onorificenza cittadina, il “Freedom of the City”, una sorta di consegna delle chiavi della città.