TURCHIA, IL GOVERNO VALUTA LA PENA DI MORTE PER I GOLPISTI

Il governo turco valuterà il ripristino della pena di morte per coloro che, nella notte, hanno tentato il golpe in Turchia. Lo ha detto il vicepresidente del partito al governo Akp, Giustizia e Sviluppo, Mehmet Muezzinoglu. Dopo le sue parole, l’hashtag #damistiyorum (Voglio la pena di morte) è entrato tra i top trend su Twitter in Turchia ed è stato usato più di 23mila volte. La pena di morte in Turchia non è più prevista dal 2004, anche grazie alle pressioni dell’Ue nei negoziati per il processo di adesione.

Per Erdogan, la mente dietro il colpo di stato è il suo ex alleato, poi diventato nemico numero uno, l’imam Fethullah Gulen, auto-esiliato negli Usa. Il religioso però, in un comunicato ha fortemente condannato l’azione dei putchisti e si è dichiarato estraneo ai fatti. “Per qualcuno come me che ha sofferto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi – ha dichiarato Gulen in un comunicato -, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere”.

Nel frattempo il generale Umit Dundar – facente funzione del capo delle forze armate – ha reso noto il bilancio dei tafferugli che si sono verificati nella notte. Sono oltre 190 i morti: si tratta di 41 ufficiali di polizia, 2 soldati, 47 civili e 104 persone descritte come complottisti. I feriti invece sono 1.154. Il generale ha dichiarato che si tratta solo di un bilancio provvisorio, purtroppo destinato a crescere.

Le forze di sicurezza turche hanno arrestato 1.563 militari e, secondo quanto riferito a un alto ufficiale turco che ha chiesto di mantenere l’anonimato, si tratta per lo più di militari di grado inferiore. Nel frattempo Erdogan ha iniziato le purghe nell’esercito con 5 generali e 29 colonnelli sollevati dai loro incarichi e la nomina di un nuovo capo di stato maggiore, Dundar.