BATACLAN, L’IRA DELLE TESTE DI CUOIO: “NON CI FECERO INTERVENIRE, IL NOSTRO COLONNELLO HA ESITATO”

Sembra avvicinarsi sempre più minacciosamente il ciclone che potrebbe travolgere alcuni vertici delle forze speciali francesi. Alcuni agenti del corpo di élite del Gign, il gruppo d’intervento della gendarmeria nazionale, che hanno chiesto di rimanere nell’anonimato, hanno inviato una lunga lettera all’agenzia di stampa Afp e alla testata satirica Canard Enchiné, in cui accusano il loro colonnello di aver “esitato e atteso” troppo prima di ordinare l’intervento alla sala concerti Bataclan, durante l’attentato dello scorso 13 novembre a Parigi.

Secondo i membri del Gign, il colonnello Hubert Bonneau “si nascondeva dietro una storia di competenza territoriale ed ha saggiamente atteso di essere chiamato”. Un’accusa pesantissima contenuta nella lettera anonima, che per alcuni rappresentanti delle forze speciali rappresenta solo lo sfogo di “un pugno di delusi, a cui molti altri non si sono associati”.

Intanto i gendarmi insorti contro il loro capo si dicono “scandalizzati e traumatizzati da questo evento”, cioè dal fatto che il blitz al Bataclan sia stato condotto da unità d’élite della polizia. Nella lettera, indirizzata al patron della gendarmeria nazionale, Denis Favier, il cauto colonnello viene descritto come “un cattivo capo, che fa di tutto per minimizzare la Forza d’intervento”.

All’inizio dell’azione jihadista un gruppo del Gign fu preposizionato su richiesta delle autorità in una caserma nel centro della capitale francese, in caso di bisogno. Secondo quanto scritto nella lettera, 40 uomini erano pronti a intervenire al Bataclan, erano da poco passate le 23, ma Bonneau tergiversava e cercava di entrare in contatto con le altre unità d’élite, senza riuscirci. Così per alcune ore, mentre un poliziotto di quartiere era arrivato alla sala concerti già alle 21.57.